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"Intercettazioni, ritocchi e niente fiducia"

• da Il Messaggero del 27 maggio 2010

di Mario Stanganelli

 

«Al momento non abbiamo assolutamente ragioni per porre la fiducia», così il ministro Alfano poco prima di un vertice al Senato con i capigruppo di Pd) e Lega, Gasparri e Bricolo, il presidente della commissione Giustizia, Borselli, il relatore Centaro e il sottosegretario Caliendo, nel quale sono state esaminati gli emendamenti al ddl intercettazioni da presentare entro venerdì e che consisteranno principalmente in una riduzione delle sanzioni a carico di giornalisti ed editori per pubblicazioni in violazione delle norme. Ma la previsione del Guardasigilli di non dover blindare con la fiducia il discusso provvedimento in vista del suo ritorno conclusivo alla Camera, sembra scontrarsi con i piani dell’opposizione. Ieri, cominciando dal voto sulla calendarizzazione per l’aula del ddl, che la maggioranza ha imposto per lunedì 31, Pd e Idv hanno offerto un assaggio di sei ore di ostruzionismo, che lascia intravedere quale sarà il clima in cui si svolgerà la settimana prossima il dibattito sulla legge. La maratona oratoria di un centinaio di senatori dell’opposizione - con i rappresentanti dell’Idv che si tappavano la bocca con post-it con su scritto "no al bavaglio" - ha tenuto in scacco, fino a che ha potuto, una maggioranza più che mai decisa ad affermare il suo «sacrosanto diritto» (il vicecapogruppo Pd) Gaetano Quagliariello) di approvare in aula, dopo due anni di iter parlamentare, la nuova legge sulle intercettazioni. Alla fine, con qualche ora di sforamento sui tempi previsti, il ddl che Pd, ldv e Udc avrebbero voluto far tornare in commissione, anche per esaminare le modifiche annunciate dallo stesso Alfano, ha iniziato la sua marcia verso l’aula. Dove, però, se l’ostruzionismo si manterrà in linea con le premesse di ieri, difficilmente il governo - anche in vista degli altri impegni del Senato potrà evitare la soluzione del maxiemendamento comprensivo dei ritocchi da apportare al testo e sul quale porre la fiducia. Emma Bonino e Anna Finocchiaro ritengono questa la conclusione più probabile della vicenda, con la richiesta della fiducia martedì 8 giugno. Nel frattempo la maggioranza - anche in conseguenza del pressing dei finiani sul resto della coalizione per il ritorno a un testo più simile a quello uscito dalla Camera - avrebbe raggiunto un accordo di massima sulle modifiche al ddl licenziato dalla commissione Giustizia del Senato.
Probabilmente saranno sette-otto e cambieranno, tra l’altro, il divieto di riferire notizie sulle inchieste giudiziarie, attenuandolo con la possibilità di pubblicare riassunti dei verbali di indagine. Altro intervento di rilievo quello su una delle norme più contestate: le multe a carico degli editori, che l’attuale testo colloca tra un minimo di 65 mila e un massimo di 465 mila euro, ma che saranno contenute in una forbice tra i 26 mila e i 154 mila euro.


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