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Figli di disoccupati discriminati a Padova. Per loro niente centro estivo comunale

• da Libero del 28 maggio 2010

di Antonio Sanfrancesco

 

«Vorrà dire che porterò mia figlia ogni giorno dal sindaco». Mentre si discute se far cominciare le scuole il  I° ottobre, allungando le vacanze degli studenti fino a settembre, Chiara Benvegnù, di Padova, non sa dove portare la propria bambina a luglio. Ci sarebbero i centri estivi organizzati come ogni anno dal comune, guidato dal sindaco del Pd Flavio Zanonato.
«Ho provato a iscrivere mia figlia per luglio ma mi è stato detto che la richiesta non sarebbe stata accolta», ha denunciato la donna, «il motivo è che mio marito è disoccupato e la priorità va ai bambini delle coppie con entrambi i genitori al lavoro». Dopo essere stata una delle poche città ad applicare alla lettera il decreto sicurezza chiedendo il permesso di soggiorno agli stranieri che volevano iscrivere i propri figli all’asilo nido, ora Palazzo Moroni inaugura la linea dura anche per le iscrizioni ai centri estivi comunali. «Non c’è nessun caso», taglia corto l’assessore ai Servizi scolastici Claudio Piron, «il regolamento comunale parla chiaro: la priorità va data ai bimbi che hanno entrambi i genitori che lavorano. Premesso questo, anziché andare dal sindaco o dai giornali, la signora che ha sollevato questo polverone avrebbe fatto meglio a presentare regolarmente la domanda d’iscrizione e noi, attraverso i servizi sociali, saremmo intervenuti per cercare di aiutarla. Cosa che peraltro faremo, visto che abbiamo attivato i servizi sociali per verificare la possibilità di una deroga che consenta la frequenza al centro estivo della bambina».
Lui ha 42 anni, lei quasi 40. La figlia, di tre anni e mezzo, frequenta un asilo comunale. Il marito lavorava per un’impresa locale di traslochi fino al novembre 2008 quando è stato licenziato senza ricevere nessun sussidio dato che l’azienda aveva meno di 15 dipendenti. Da allora, soltanto qualche lavoretto saltuario e basta. La moglie, invece, lavora per un’impresa privata di smaltimento rifiuti.
Qualche giorno fa, la donna ha cercato di informarsi per iscrivere la figlia, al centro estivo "Il mago di Oz", uno dei quattro aperti in città durante l’estate. Siccome però la richiesta è decisamente più alta rispetto al numero dei posti disponibili, la priorità, come da regolamento comunale, spetta alle famiglie con entrambi i genitori che lavorano. «Se la regola è questa, va cambiata», ha spiegato la donna ai giornali locali, «in questo modo si discriminano le famiglie in difficoltà: due genitori entrambi impiegati hanno più possibilità economiche di iscrivere i propri bambini in centri privati».
«Purtroppo le domande di iscrizione sono tantissime e non riusciamo a soddisfare tutti», replica Piron, «per questo abbiamo dovuto stabilire, non da quest’anno peraltro, dei criteri precisi per l’assegnazione. Dare la precedenza ai bambini che hanno entrambi i genitori che lavorano è una regola di buonsenso perché se a casa non c’è nessuno chi si occupa dei ragazzi?». L’assessore punta poi il dito sui tagli al welfare operati dal governo: «Nonostante le ristrettezze di bilancio, dovute ai continui tagli decisi da Roma, abbiamo infatti stanziato in due anni circa un milione e mezzo di euro per i centri estivi. Questa amministrazione sostiene, con tutti i mezzi di cui dispone, le famiglie in difficoltà e particolarmente chi perde il lavoro a causa di una crisi economica che sta facendo sentire i suoi effetti negativi anche sul nostro territorio».
Un mese nei centri comunali costa 240 euro per il primo figlio. Iscrivendone un altro, la cifra scende a 160 euro. Cifre modeste, se si considera che lo stesso servizio offerto da privati può arrivare anche a sfiorare gli 800 euro mensili.


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