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I Rom ci tirano le pietre, Amnesty attacca noi

• da Libero del 28 maggio 2010

di Maria Giovanna Maglie

 

Sapete qual è la vocazione segreta, il desiderio recondito, che a ogni rapporto si svela, di organizzazioni come Amnesty International? Che niente cambi, che le ingiustizie la cui denuncia costituisce la loro ragione di esistere non vengano sanate, riparate, sennò tutti a casa, e sono un esercito di stipendiati in giro per il mondo. Vale per chi si batte contro la pena di morte, la tortura, è la regola cinica che li vuole pronti a sparare nel mucchio, mettendo insieme Italia e Cuba, Libia e Inghilterra, fior di nazioni democratiche e orride dittature, un po’ per il suddetto tengo famiglia, un po’ perché se a dirigere le organizzazioni sono personaggi ideologicamente (compromessi, ecco che piace più il terrorismo di Sendero luminoso del lavoro duro dei poliziotti italiani.
Aggiungeteci la dolente nota dell’immigrazione selvaggia nel nostro Paese, della necessità di sanzionare
come reato la pratica di ingresso clandestino, le decisioni sagge che il governo ha preso in accordi con la Libia per fermare gli sbarchi che altro non erano che carichi di nuovi schiavi, e capirete che il tenero cuoricino dei funzionari di Amnesty non regge. Per l’Italia esige il massimo della pena, in ossequio a una pratica nefasta di politically correct che divide la società in buoni e cattivi in modo vecchio, manicheo. E’ principalmente per queste gravi ragioni che le organizzazioni umanitarie, accampate nelle capitali internazionali, nei quartier generali delle sedi istituzionali, non contano quasi niente. Sono tante piccole Onu, diciamoci la verità, inutili se non dannose.. Il fatto. Abusi della polizia, norme discriminatorie nei confronti di rom e migranti, omofobia. Peccato però che i signori di Amnesty non ricordino che
quegli stessi nomadi sono quelli che tiravano sassi dal cavalcavia dell’autostrada o si scontravano con la polizia nel campo milanese del Triboniano. E’ il quadro che emerge sull’Italia dal rapporto annuale di Amnesty International, presentato ieri. Morti sospette, pestaggi, maltrattamenti delle forze dell’ordine sono citati nel rapporto.
Soddisfazione è stata espressa per la condanna, in Appello, di 27 tra agenti e dirigenti della polizia, per gli abusi commessi nel 2001 nella scuola Diaz di Genova, durante il G8, e di quelle per le brutalità commesse a Bolzaneto. «Ma l’Italia non ha né istituito un organismo indipendente di indagine sugli abusi commessi dalla polizia, né ha introdotto il reato di tortura nel Codice penale, impedendo di punire i responsabili in maniera proporzionata alla gravità della loro condotta» si legge nel rapporto. Nei nove anni trascorsi, poi, «non c’è stata alcuna parola forte di condanna da parte delle istituzioni e nemmeno un’analisi interna relativa al fallimento nella gestione dell’ordine pubblico a Genova». Non basta, torniamo alla solita dolente nota sull’immigrazione e sui clandestini, nuovo feticcio dell’organizzazione internazionale. Pesanti critiche nei confronti dell’Italia sul dossier immigrazione sono contenute nel rapporto L’ong, in particolare, punta il dito contro la condotta delle autorità che in alcune circostanze «hanno messo a repentaglio i diritti di migranti e richiedenti asilo». Nel rapporto si legge, inoltre, che «l’Italia ha continuato ad espellere persone verso luoghi in cui erano a rischio di violazioni di diritti umani» - ovvero la Libia - «senza valutare le loro necessità di asilo e protezione internazionale». «I governi italiano e maltese in disaccordo sui rispettivi obblighi di condurre operazioni di salvataggio in mare, hanno lasciato i migranti per giorni senza acqua e cibo, ponendo a grave rischio le loro vite». La risposta del nostro governo. «E’ indegno per il lavoro dei nostri uomini e donne delle forze di polizia che
ogni giorno salvano persone, tutto il contrario di quello che dice Amnesty». Così il ministro degli Esteri Franco Frattini da Caracas respinge al mittente le conclusioni contenute nel rapporto pubblicato oggi da Amnesty International. «Amnesty ha fatto sempre la sua parte, noi con i dati e con i fatti siamo molto chiari e l’Italia certamente è il Paese europeo che ha salvato più persone in mare, quindi», ha concluso il ministro, «respingo al mittente questo rapporto».
Troppo cauto, caro ministro, quando vuole glielo preparo io un bel rapporto sulle malefatte di Amnesty e compagni, glielo facciamo consegnare dagli agenti di polizia che rischiano la vita e meritano rispetto, dagli agenti di polizia penitenziaria che ogni giorno salvano detenuti dal suicidio.


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