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Continua a saltabeccare da un posto ad un altro, come una trottola. Quasi che fermarsi potesse voler dire arrendersi. Guido Bertolaso era ieri a Lucca, sabato all’Aquila, venerdì in Puglia, subito prima a Napoli. Non c’erano emergenze. Non legate al territorio, perlomeno. C’è la sua stanchezza, di sicuro. Dice, infatti, il capo della Protezione civile: «Bisogna prendere atto che sono nove anni che faccio questo mestiere. Mi pare che abbiamo lavorato parecchio, tutto sommato bene, ma ad un certo punto è naturale passare il testimone, è fisiologico. Non si può rimanere ad oltranza in un posto».
Impeccabile nella sua divisa d’ordinanza (l’immancabile maglietta della protezione civile sopra i pantaloni di grisaglia), Bertolaso è dalla metà di febbraio che ha intensificato la sua già particolarmente intensa attività motoria.
Da quando le inchieste giudiziarie hanno travolto la sua immagine. «E dal io febbraio scorso che la mia lettera di dimissioni è sul tavolo del presidente del Consiglio. Non l’ho mai ritirata. Se Berlusconi ritiene di doverla accettare e può sempre farlo».
E’ dal 10 febbraio che Bertolaso ripete questa frase, neanche fosse un mantra. É dal 10 febbraio che cerca di esorcizzare le valanga di articoli che lo inseguono e lo assediano sui giornali, spiegandosi, difendendosi. Mettendo le mani avanti.
Dal 15 maggio scorso al dipartimento della Protezione civile in via Vitorchiano a Roma è arrivato Franco Gabrielli, già prefetto dell’Aquila e direttore del Sisde. E’ arrivato come suo vice, destinato a prendere il posto di Bertolaso. Ma guai a parlare di dimissioni: il capo della Protezione civile continua a ripetere che questo è un semplice avvicendamento naturale. Che per il passaggio di consegne è stata disegnata una «road map». Che lui è già molto tempo che sarebbe voluto andare via.
Gabrielli, però, è arrivato al dipartimento quando a Bertolaso è arrivato un avviso di garanzia: indagato per corruzione. Per gli appalti al G8 quando era alla Maddalena. Per strani favori tutti da chiarire da parte dell’imprenditore Diego Anemone.
Lavori di edilizia concessi al cognato, il marito della moglie. Tutte indagini da portare a fondo. Paginate quotidiane su tutti i giornali d’italia. Continua a non fermarsi, Guido Bertolaso. Ogni giorno trova un posto da visitare. Come se nulla fosse successo. Ieri un accenno di stanchezza) O qualcosa di più?
«Trovo giusto che le giovani leve, le nuove generazioni prendano le loro responsabilità di gestire un settore così complicato ma anche così affascinante». Si dice che passata l’estate Bertolaso non dovrebbe più rimettere piede nel suo amato Dipartimento..