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Il Pd: un gioco di parole, sono veri tagli

• da Il Messaggero del 1 giugno 2010

 

A parti invertite: quando era il centrosinistra a ipotizzare la chiusura dei piccoli ospedali, attaccavano quelli del centrodestra. Ora che è un governo del Pdl a metterlo nero su bianco, ecco il Pd che attacca. Fa sapere Esterino Montino capogruppo del Pd: «La presidente Polverini gioca con le parole e dunque prosegue imperterrita a prendere in giro i cittadini del Lazio, ma il gioco non funziona: chiude 10 piccoli ospedali di provincia e taglia 2500 posti letto per acuti.
Gli informatori di cui disponiamo dicono quello che è scritto sul decreto 48. Per chiarezza a pagina 37 dello stesso provvedimento si precisa che: con ìl decreto 48 vengono tagliati subito 1116 posti letto di riabilitazione, 522 di lungodegenza, e 368 per acuti, per un totale di 2006 posti letto. Entro l’anno si procederà ad un’ulteriore sforbiciata, la soppressione di altri 486 posti letto: 298 saranno per acuti, 87 di riabilitazione e 101 di lungodegenza portando così la rete ospedaliera regionale ad un dimagrimento di 2492 posti letto. La stessa ipotesi di riordino delle Asl, cosi come delineata nel decreto, è destinata a creare mostri ingovernabili». Il Pd attacca anche sugli altri decreti: «Molti dei provvedimenti relativi alle tariffe, ad una prima lettura, non riportano la firma del responsabile del provvedimento, ed è un fatto gravissimo che crea le condizioni per una vittoria al Tar di tutte le case di cura qualora, ma è sicuro, perchè lo hanno già annunciato, decidessero di ricorrete al tribunale amministrativo». Sempre dal Partito democratico, ieri il vicepresidente del Consiglio regionale, Bruno Astorre, ha chiesto che Renata Polverini, giovedì prossimo, «illustri in consiglio i dodici decreti consegnati al Governo».
Attaccano anche i Radicali, Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo, che parlano di «comunicazione furbesca». E ricordano: «In merito alla definizione dei contratti con gli erogatori privati accreditati, sarebbe utile far sapere ai cittadini del Lazio che il commissario ad acta dovrebbe consegnare al governo il, decreto con i contratti allegati e firmati. Qualora si limitasse solo a presentare il decreto, il governo potrebbe non accettare il documento, se invece, chiudendo un occhio, il governo amico lo accettasse, le strutture private potrebbero ricorrere al Tar». Infine Italia dei Valori: «Nessuna razionalizzazione nel rapporto con il privato ma una sforbiciata minima al tetto di spesa, con il risultato che una volta raggiunto il limite a pagare le conseguenze saranno i cittadini, ai quali saranno negate le prestazioni».


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