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Telekom Serbia/Processo "Di Stefano contro Manfredi". Di Stefano irreperibile, forse in Spagna. Giudice richiede intervento Interpol. Sentito come testimone webmaster NRPTT.

1 giugno 2010

Ieri, lunedì 31 maggio, si è tenuta presso il Tribunale di Roma la sesta udienza del processo per diffamazione intentato dall’avv. anglo-molisano Giovanni Di Stefano (già amico e socio d’affari del criminale di guerra serbo “Comandante Arkanâ€, già membro dei  collegi di difesa di Slobodan Milosevic e di Saddam Hussein) nei confronti dell’esponente radicale Giulio Manfredi (autore del libro “Telekom Serbia – Presidente Ciampi, nulla da dichiarare?†– edizioni Stampa Alternativa/ Nuovi Equilibri, 2003).

 

Nell’udienza precedente, lo scorso febbraio, il giudice, Dr.ssa Roberta Di Gioia, aveva stabilito che il Di Stefano doveva essere accompagnato coattivamente dai carabinieri, non essendosi presentato alle ultime udienze (nemmeno i suoi legali), pur debitamente convocato, poiché l’avvocato di Manfredi, Giuseppe Rossodivita (Direzione Radicali Italiani e consigliere regionale radicale nel Lazio) aveva richiesto un suo contro-interrogatorio.

 

Nell’udienza di ieri, il PM ha comunicato che Di Stefano risulta irreperibile, “forse è in Spagnaâ€. La Dr.ssa Di Gioia ha disposto l’intervento dell’Interpol al fine di assicurare la presenza di Di Stefano alla prossima udienza, fissata per il 28 ottobre. In tale occasione saranno sentiti due testimoni citati dalla difesa, i giornalisti Enrico Bellavia e Salvo Palazzolo, autori del libro “Falcone Borsellino Mistero di Stato†(Edizioni della Battaglia, Palermo, 2002), da cui Manfredi aveva tratto, in un comunicato stampa, il seguente stralcio (pag. 83):

 

“… il 28 settembre 1991, in occasione della riunione annuale della ‘ndrangheta presso il santuario di Polsi, a San Luca, si sarebbe tenuto un summit in grande stile. C’erano rappresentanti delle tre mafie meridionali, esponenti della mafia calabrese in Francia, Canada e Australia; tale Rocco Zito, per Cosa Nostra americana; poi un “colletto biancoâ€, legato alle cosche siciliane e calabresi … Quel “colletto bianco†è stato identificato dai magistrati di Palermo in Giovanni Di Stefano …â€.

 

Continua la citazione dal libro di Bellavia e Palazzolo:

“Fu proprio lui a dire “che in Italia ci sarebbero stati degli sconvolgimenti – annota il provvedimento dei magistrati di Palermo sui “Sistemi criminaliâ€, facendo il resoconto delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Pasquale Nucera – e aveva rappresentato la necessità di una pacificazione fra le cosche calabresi, perché i siciliani delle famiglie americane ci tenevano molto per poter meglio realizzare un progetto politico, consistente nella costituzione di un movimento di Cosa nostra, definito “partito degli amici†(pag. 65, richiesta di archiviazione per “Sistemi criminaliâ€, proc. Pen. N. 2566/R.G.N.R. nei confronti di Gelli Licio + 13)â€.

 

 

Nel corso dell’udienza di ieri, si è svolta la testimonianza di Mihai Romanciuc, storico webmaster del Partito Radicale transnazionale, che ha ribadito quanto già dichiarato alla polizia postale: nel settembre 2003 aveva ricevuto da Giulio Manfredi, via email, il comunicato “incriminato†e aveva provveduto, come consuetudine e come il suo lavoro gli imponeva, a inserirlo nel sito www.radicalparty.org, senza vagliare in alcun modo il suo contenuto (né era tenuto a farlo).

 

 

Roma, Torino, 1° giugno 2010

 

Manfredi (348/5335305)

http://www.associazioneaglietta.it/serbia.html



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