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L'aghetto della bilancia

• da Panorama del 4 giugno 2010

 

Sembra sempre più Pier Ferdinando Casini. Capelli brizzolati ma tendenti al bianco, cravatte celestine, aspetto piacente. E il mantra: «Bisogna unire, non dividere». Ma bisogna anche saper perdere. In questo Francesco Rutelli non è ancora come il leader udc. Democristiani, infatti, si nasce. Alle elezioni regionali l’Api, il suo nuovo non è andato malissimo, ma nel Lazio non ha preso neanche un seggio. A chi si aspettava di più da un ex sindaco di Roma, Rutelli ha risposto a muso duro: «Non abbiamo un euro, troppo bene siamo andati». «Pierfurbi» Casini, invece, dopo la batosta dei 28 e 29 marzo è volato alle Maldive. Ha sfoggiato poi il bel volto abbronzato in Transatlantico. E ai cronisti ha suscitato gustose risate: «Ragazzi, sono in silenzio stampa».
Bisogna essere stati allievi di Arnaldo Forlani e non di Marco Pannella, come Rutelli, per fare centro, anzi centrino (l’area moderata è quasi tutta presidiata dal Pdl). Rutelli però è tenace. Così sulla Finanziaria ha scavalcato a destra Casini con un solenne: «Non basta...».
Ma il leader udc, il giorno dopo, ha rimesso le cose a posto: «Non ci stiamo, però...». Ma se Casini si riavvicinerà al centrodestra, Rutelli che farà? «L’inseguitore» secondo un udc di rango come Francesco D’Onofrio. Spiega: «Nel nuovo partito non c’è spazio per Rutelli come cofondatore». Parafrasando l’imitazione di Corrado Guzzanti: «A Casi’, ma che t’ho fatto?».


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