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Intercettazioni, possibili anche dopo i 75 giorni

• da La Gazzetta del Mezzogiorno del 4 giugno 2010

 

Sul ddl intercettazioni, alla fine, nella maggioranza prevale la linea della trattativa. Alcuni dei punti più critici del testo, infatti, come il tetto massimo dei 75 giorni per poter intercettare, verranno rivisti. Su altri, come quello che riguarda il no all’obbligo dell’arresto in flagranza per chi commette atti sessuali con minori, si tira dritto. L’emendamento del governo sugli «007», infine, potrebbe diventare oggetto di una legge ad hoc.
Le prime decisioni vengono prese in un vertice di maggioranza al Senato con il Guardasigilli Angelino Alfano. Vi partecipano, tra gli altri, i vertici del Pdl di palazzo Madama Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello, il presidente della commissione Giustizia Filippo Berselli, il relatore Roberto Centaro, i legali del premier e parlamentari Pdl Piero Longo e Niccolò Ghedini, il sottosegretario Giacomo Caliendo.
I punti che verranno rivisti sono sostanzialmente quattro. Il primo, quello che riguarda la norma transitoria, verrà solo spiegato meglio: il ddl sì applicherà anche ai processi in corso, ma saranno’salvì gli atti compiuti fino a quel momento. Sul tetto dei 75 giorni, invece, ci sarà una proroga: se sì scoprirà all’ultim’ora qualcosa di importante per proseguire le indagini, il Pm potrà prolungare l’ascolto di 48
ore. Ma la richiesta dovrà essere ratificata subito dal Gip collegiale, pena la nullità dell’atto. La proroga potrà essere rinnovata di 48 ore in 48 ore «anche fino alla conclusione delle indagini preliminari», assicura Centaro. Altra novità riguarda la norma cosiddetta «Anti-Radio Radicale»: si potranno fare riprese visive e radiofoniche di un procedimento penale anche senza il consenso di tutti gli interessati. Se il procedimento, infatti, sarà considerato rilevante per l’opinione pubblica, sarà il presidente della Corte d’Appello a dover decidere se autorizzarle o meno. Per quanto riguarda il fatto che, ‘graziò alla norma transitoria, il Pm che abbia rilasciato dichiarazioni sul procedimento penale affidatogli o abbia violato il segreto istruttorio potrebbe venire subito sostituito, si sceglie la via del compromesso: sarà il Capo della Procura a «decidere caso per caso». Per le intercettazioni ambientali, infine, si studia una soluzione non ancora definita: si potranno disporre anche se «non ci sarà la certezza che nel luogo che si intende controllare si stia compiendo un reato», aggiunge Berselli. La linea proposta da Longo e Ghedini passa così al vertice del Senato e ottiene il via libera anche dalla Consulta della Giustizia del Pdl riunita, subito dopo, nella sede del partito.
Il finiano Bocchino ammette che dei «passi avanti sono stati fatti» anche se si aspetta di vedere come verranno scritte le modifiche che, prima di essere presentate sotto forma di emendamenti nell’Aula del Senato, dovranno essere esaminate nell’ufficio di presidenza del Pdl convocato per martedì mattina presto. Prima che si riunisca la commissione Giustizia. E prima della seduta dell’Aula convocata per il pomeriggio.
Il malumore di chi tra i berlusconiani pensa che si tratti di un «cedimento a Fini» viene messo a tacere da Ghedini che nel corso della Consulta avrebbe assicurato che la decisione di rivedere alcune norme sarebbe stata presa solo per venire incontro alle «perplessità» espresse dal Colle.
Ultimo nodo da sciogliere: l’emendamento del governo che di fatto impedisce di intercettare «007» e terzi che parlano di attività legate ai Servizi. Potrebbe diventare oggetto di una legge ad hoc, spiega Gasparri. Ma una parte dell’opposizione fa notare la convergenza ‘bipartisan’ sul fatto che si tratti comunque di una norma «migliorativa» rispetto all’attuale ddl. Lo dice il presidente dei senatori Pd
Finocchiaro. Lo conferma Gasparri che sottolinea con soddisfazione come anche «la Finocchiaro lo abbia notato».


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