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Sulle intercettazioni vince Fini

• da Il manifesto del 4 giugno 2010

 

Riformulano, rivedono, chiariscono. In una parola: cedono. I senatori fedeli a Berlusconi, d’accordo con Ghedíni ed Alfano, scelgono di concedere a Fini praticamente tutto quello che ha chiesto in materia di intercettazioni, limite dei settantacinque giorni e salva-cricca comprese. Un po’ qua un po’ là, senza cambiare la ratio di un provvedimento che limiterà profondamente il lavoro dei giornalisti e quello dei
magistrati. Di certo, però, nel vertice di ieri pomeriggio, i senatori del Pdl hanno scelto di camminare all’indietro praticamente su tutti i punti indicati dai finiani nei giorni scorsi.
Escluso il segreto di stato sui colloqui tra gli 007, per il quale è previsto un accordo tra maggioranza e opposizione (leggi Anna Finocchiaro) benedetto dal presidente della Repubblica e dal direttore del Dis Gianni De Gennaro. Semmai, la norma sarà messa in un testo separato ma si farà presto.
L’elenco delle modifiche è lungo e vale la pena di guardarlo tutto. A partire dal cambiamento più rilevante sul limite di settantacinque giorni agli ascolti.
Considerato il baluardo della legge fino a due giorni fa, il paletto salta, anche se con un meccanismo farraginoso: «Se al 75esimo giorno di un’intercettazione uscisse fuori qualcosa di veramente sensazionale spiega il presidente della commissione giustizia del senato Filippo Berselli all’uscita dal vertice pomeridiano il pm potrebbe ordinare la prosecuzione degli ascolti per altre 48 ore». La scelta sarà affidata agli inquirenti, dunque, e la verifica del. tribunale collegiale arriverà solo dopo.
Sulla nonna transitoria cambia poco, ammettono i lealisti. Semplicemente, sarà chiarito meglio che il limite dei settantacinque giorni (allargato come per tutti) sarà applicato a partire dall’approvazione della legge e non retroattivamente. Il rischio del «salva-cricca» però non c’è: «Per togliere il fascicolo ad un magistrato accusato di violazione del segreto istruttorio non basterà più la denuncia», dice il relatore Roberto Centaro. Il procuratore valuterà, accanto alla denuncia, altri «elementi oggettivi» e quindi deciderà senza nessun automatismo. Niente meccanismi predeterminati neppure per l’obbligo di astenersi al magistrato che abbia espresso un’opinione sul fascicolo che ha sul tavolo. Eppoi? Via la norma anti-radio radicale, quella che doveva impedire la diretta radiofonica se un solo testimone avesse chiesto di sospenderla. Forti modifiche alle regole per le intercettazioni ambientali. Cimici non solo dove
c’è il sospetto che si stia compiendo il delitto, come nella formula attuale, ma pure in tutti i luoghi in cui gli indagati stiano «organizzando o promuovendo un reato», dice ancora il presidente Berselli.
Di fatto, anche se la formulazione del testo ancora non c’è ed è sempre possibile che dietro l’angolo si celi qualche trappoletta, Berlusconi ha scelto di cedere su tutte le richieste avanzate dal cofondatore. Troppo urgente la necessità di siglare un patto coi finiani che gli permetta di affrontare il possibile scontro con l’altro antagonista in scena, Giulio Tremonti. Gli autori dell’accordo sono i senatori Gaetano Quagliariello Maurizio Gasparri, Roberto Centaro e Filippo Berselli, ma a dettare il testo della retromarcia è un nervosissimo Nicolò Ghedini assieme al ministro della giustizia Angelino Alfano. La consulta della giustizia, convocata dopo il vertice al senato, serve solo a ratificare la scelta fatta, e infatti la riunione del pomeriggio conta pochissimi partecipanti (oltre a Ghedini e Centaro, Piero Longo, Antonino Lo presti, Francesco Paolo Sisto, Giancarlo Lehner e Anna Grazia Calabria). I lealisti pretendono e ottengono che Italo Bocchino dica subito che l’accordo è fatto, ancor prima di aver letto gli emendamenti che per ora sono poco più di un foglietto nelle mani del relatore Centaro. Il finiano acconsente e sigla una nota di pace: «Sulle intercettazioni è doveroso attendere il testo definitivo delle ulteriori modifiche, ma sembra che ci siano dei passi in avanti positivi».
Ora, però, si corre davvero. Passata la ratifica della direzione del partita, martedì mattina, questa nuova tornata di subemendamenti potrebbe arrivare direttamente in aula. Pronta per un voto che si annuncia blindato. Con tanto di fiducia.


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