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Intesa nel Pdl: si alle intercettazioni dopo i 75 giorni e per i processi in corso

• da Il Messaggero del 4 giugno 2010

di Mario Stanganelli

 

Lavoro accelerato del Pdl sul ddl intercettazioni. Incombe la ripresa del dibattito in aula martedì, e prima di allora si cerca di venire incontro alla doppia esigenza di accorciare le distanze con i finiani e andare incontro alle osservazioni del capo dello Stato che ha auspicato la maggiore condivisione possibile della nuova legge. Tre i principali risultati sortiti dalla riunione tenuta al Senato dal il ministro Alfano con i capigruppo Gasparri e Quagliariello, il presidente della commissione Giustizia Berselli, il relatore Centaro e i parlamentari e avvocati Niccolò Ghedini e Pietro Longo, nella quale è stato deciso di accogliere, almeno in parte, le principali richieste sostenute con determinazione in questi giorni dai parlamentari finiani e dalle forze di opposizione. Diventa meno tassativo il termine di 75 giorni entro il quale concludere le intercettazioni: potranno essere richieste proroghe di 48 ore rinnovabili a discrezione del pm, in teoria fino al compimento delle indagini preliminari, ma solo in presenza dell’emersione di nuovi elementi.
Ognuna di queste proroghe dovrà, a posteriori, essere ratificata dal tribunale distrettuale, pena la nullità dell’atto. Altra contestata norma che viene attenuata è quella che disponeva l’applicazione della nuova legge anche ai processi in corso: cambia lasciando validi tutti gli atti - e le intercettazioni - compiuti fino al momento di entrata in vigore del ddl. Mentre l’esclusione di un pm denunciato per fuga di notizie non sarà automatica ma decisa dal capo dell’ufficio. Altra sollevazione di finiani e opposizione era stata quella contro l’emendamento sull’applicabilità del segreto di Stato alle conversazioni tra 007, o di terzi che trattino argomenti riguardanti la sicurezza dello Stato. Anche su questo il Pdl, accogliendo tra l’altro un’avance di dialogo della capogruppo pd Anna Finocchiaro, si è mostrato propenso ad escluderlo dal ddl sulle intercettazioni ed esaminarlo in altra occasione, che potrebbe essere la revisione della legge sui Servizi approvata tre anni fa a larga maggioranza. Ulteriore modifica al testo, quella riguardante le intercettazioni ambientali che potranno essere effettuate anche in luoghi in cui non si starà per compiere un reato, come la conversazione tra due detenuti in cella di sicurezza. Escluse però le intercettazioni in luoghi privati. Verrebbe anche cancellata la disposizione che impedisce la registrazione delle udienze dei processi in presenza dell’opposizione anche di una sola delle parti. Si tratta del cosiddetto emendamento “anti Radio Radicale" usa a trasmettere processi di grande interesse sociale e politico. Le decisioni di ieri del Pdl, esaminate anche dalla Consulta giustizia del partito, verranno portate martedì prima in commissione e poi nella discussione d’aula. Nei frattempo fanno registrare commenti soddisfatti o, almeno, di fiduciosa attesa del testo finale, da parte dei finiani Bocchino e Augello, che ne apprezzano i «passi avanti». Spiragli di dialogo anche da Pd e alcuni esponenti dell’ldv, con l’eccezione di Di Pietro a cui non piacciono i «rammendi del governo» al ddl e insiste sul referendum abrogativo.


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