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Intercettazioni, si allentano le maglie

• da La stampa del 7 giugno 2010

di Paolo Festuccia

 

Lima da un lato, togli dall’altro, e le maglie del disegno sulle intercettazioni cominciano ad allentarsi. Questo non significa che lo scontro si placa. Perché come ha detto il responsabile del Pd Giustizia, Andrea Orlando, «sarebbe meglio che il disegno di legge facesse la fine del processo breve», ma intanto «qualche risultato nuovo e positivo - assicura il finiano Italo Bocchino - che va incontro al buon senso lo abbiamo ottenuto». E così, martedì prossimo a sentire la maggioranza si arriverà a un altro lieve alleggerimento. Probabilmente anche sul cosiddetto comma Ghedini relativo alle 48 ore di proroga che scattano alla chiusura dei 75 giorni sulle intercettazioni «per ragioni di eccezionalità». Ma già, su quest’ultimo fronte cambieranno di nuovo quelle ambientali. Nel senso che si potranno autorizzare anche nei luoghi privati (prima non era previsto) dove si ipotizza il reato sulla base di «fondati motivi». Quindi, in tutti gli altri luoghi dove il magistrato ritiene che sussistano «elementi fondamentali». Ed è proprio su questo aspetto,
nella partita interna alla maggioranza, che avrebbero giocato un ruolo il ministro dell’Interno, Roberto Maroni e le forze della polizia preoccupate sui rischi delle investigazioni.
Non solo di mafia e criminalità organizzata, ma anche di terrorismo. Dunque, novità. Che riguarderanno anche il tema dell’eventuale «ricusazione» del giudice. In questo specifico ambito assicura il relatore del provvedimento alla Commissione giustizia del Senato, Roberto Centaro si «procederà ad una valutazione oggettiva degli elementi. Tanto che l’eventuale "ricusazione" non sarà più così automatica come prima previsto». Altre possibili modifiche, sulle quali però si sta ancora discutendo, riguarderanno le sanzioni previste per gli editori, che già avevano subito un lieve ridimensionamento. Le quote potrebbero andare da 100 a 200 (con multe dai 285 euro ai 1500 euro) nelle situazione più semplici ma con l’aggravio di altre sanzioni per gli atti di intercettazioni pubblicate e coperte da segreto istruttorio. Nel pacchetto
dei ritocchi, dopo la modifica degli atti per riassunto, ci sarà spazio anche per le istanze di Radio Radicale e non solo. «Tant’è che le dirette dei processi si potranno riprendere (audio e radio) - spiega il relatore - Basterà farne richiesta al presidente della Corte d’appello». Certo, i nodi restano, tanto che il procuratore
aggiunto di Milano Armando Spataro, intervistato ieri nel programma «In mezz’ora» di Lucia Annunziata non solo ha ribadito, che «le intercettazioni sono il più importante strumento contro la criminalità», ma che, ad esempio, «il meccanismo della proroga di 48 ore è irragionevole perché paralizzerebbe
i magistrati davanti a un computer». Insomma, dubbi e timori. tanto che l’Italia dei Valori attraverso
il portavoce Leoluca Orlando ritiene che se è vero che la «maggioranza ha raggiunto un accordo tra le diverse componenti su questo tema» allora «questa è una cattiva notizia per il Paese». Per Orlando, infatti, «il testo, nonostante i contorcimenti e i tentativi di giustificazione dei finiani, rimane inaccettabile». Talmente inaccettabile per la Fnsi che il segretario generale Franco Siddi ha sottolineato che «il divieto di fare cronaca giudiziaria da parte dei giornalisti è un macigno che va rimosso. E la privacy invocata, come motivo dei divieti, è un falso problema».


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