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Brunetta: "Manovra equa e intelligente"

• da L'Avanti del 8 giugno 2010

di Carlo Pareto

 

Il Parlamento potrà cambiare la manovra e "il governo sarà coeso per farsi che sia confermata nei saldi e resa più raffinata, equa e intelligente nelle modalità". Ad assicurarlo è stato il ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, che ha escluso "assalti alla diligenza" nell’iter parlamentare del provvedimento, ma "modifiche all’insegna dell’equità".
Variazioni che, secondo Brunetta, dovranno riguardare soprattutto scuola e pensioni. "La scuola: senza peggiorare i saldi, dobbiamo premiare - ha spiegato il titolare della Funzione pubblica - gli insegnanti meritevoli e non produrre iniquità rispetto all’attuale sistema degli scatti di anzianità. Le pensioni di vecchiaia: siccome l’Europa ci chiede di accelerare, l’Esecutivo equiparerà nel pubblico impiego le donne agli uomini in un lasso di tempo congruo ed equo, destinando, come già stiamo facendo con il primo adeguamento, buona parte dei risparmi al welfare familiare. Gli ‘affitti blu’: siccome il mercato è crollato, le Pubbliche Amministrazioni dovrebbero rinegoziare al ribasso i contratti d’affitto delle proprie sedi. Si possono realizzare minori uscite per almeno centro milioni l’anno".
Sempre con riferimento al provvedimento in questione, Brunetta ha ribadito che Tremonti ha agito in tempi giusti e Berlusconi ha fatto il leader. Su questo aspetto si è addirittura "sbandato da un eccesso all’altro: prima dicevano che era commissariato Berlusconi, ora lo dicono di Tremonti. Non è così. Tutto il governo ha capito che la manovra era indispensabile. Tremonti ha puntualizzato l’inquilino di Palazzo Vidoni - si è mosso nei tempi giusti. Berlusconi ha dato la sintesi dei leader. Nulla sarà più come prima.
E la stretta sugli evasori, - ha seguitato il responsabile della Pubblica amministrazione grazie alla tecnologia, è diventata molto più stretta di quel che sembra: con ogni probabilità avremo una sorpresa in termini di gettito".
Alla domanda poi su un presunto scontro tra il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, e il titolare dell’Economia, Giulio Tremonti, Brunetta ha rimarcato che "la presidenza del Consiglio guida e indirizza l’Esecutivo. Così stabilisce la Costituzione. C’è stata e c’è una dialettica, più che altro fra Tremonti e gli altri ministri. Da parte sua una certa riservatezza era inevitabile. Sugli enti culturali ha sbagliato e l’ha riconosciuto. Ma nell’intervista al ‘Corriere’ ha aperto un fronte molto interessante: la deregulation. Lavoreremo insieme. Anche per estendere le zone a burocrazia zero grazie all’innovazione". Brunetta ha dichiarato, inoltre, di aver promosso e condiviso la manovra "proprio perché tagliando la cattiva spesa pubblica, innesca nel modo più virtuoso la mia riforma e anche le
altre due colonne del governo, il federalismo fiscale e la semplificazione su cui stiamo lavorando con il ministro Calderoli". E parlando infine di tagli agli stipendi nella P.A., il ministro ha sostenuto che "ora che i dirigenti delle Pubblica Amministrazione vedono ridimensionarsi i loro redditi, chiedo che vengano ridotti anche quelli delle star televisive".
Intanto, si rafforza il "sogno" di Brunetta: "La Rai andrebbe privatizzata. Via il canone, via i tetti pubblicitari: una sola rete deve restare pubblica, le altre sul mercato". Sullo scottante tema dell’allungamento dell’età pensionabile per le donne del pubblico impiego, equiparata a quella degli uomini a 65 anni, "l’Italia non ha scelta". Anche per la leader radicale Emma Bonino, intervistata dal "Mattino" di Napoli, "il problema non è se è giusto o non è giusto. Purtroppo, non abbiamo scelta: l’equiparazione va fatta; anche perché se andiamo alla Corte europea, perdiamo e l’Italia dovrà pagare anche fior di multe al bilancio Ue". Secondo la Bonino, "se avessimo agito per tempo, realizzando la rete di servizi e assistenza che manca, avremmo svoltato rispetto alla situazione patetica delle donne italiane. L’unica carità pelosa loro riconosciuta è andare in quiescenza tre anni prima, così da essere ancora forti per fare le baby sitter ai nipoti". Ora, "il rischio che l’innalzamento del requisito anagrafico pensionabile finisca solo a fare cassa, obiettivamente, c’è. Immagino non ci sarà la forza sufficiente per lottare perché i risparmi conseguenti all’operazione di omogeneizzazione vadano al mondo femminile".
Per il presidente dell’Udc, Rocco Buttiglione, poi "l’occasione di rivedere la questione dell’età pensionabile può essere un’opportunità per una riforma sostanziale e decisiva. Va bene equiparare ìl dato anagrafico pensionabile di uomini e donne - ha spiegato - ma bisogna ricordare che la differenza era nata per tutelare il lavoro familiare della donna, principalmente in quanto madre. Noì proponiamo che alle donne vengano dati due anni di permesso con contribuzione figurativa per ogni figlio, da utilizzare quando la donna ritenga più opportuno, alla fine della carriera o in un momento importante della vita familiare".
"Non ci vengano a dire che questa ipotesi comporta un aggravio per le casse - ha chiosato l’ex ministro - in quanto la nascita di figli gioverebbe enormemente al sistema pensionistico compensando nel tempo le spese e riequilibrando un sistema che sta andando verso il collasso proprio per lo squilibrio tra troppi pensionati e pochi giovani lavoratori".

INPS - Si mantengono stabili le richieste di cassa integrazione nel mese dì maggio. Rispetto ad aprile, quando erano state 115,6 milioni, lo scorso mese si è registrato infatti un lieve progresso delle ore autorizzate, arrivate a 116,8 milioni. In confronto a maggio 2009, le ore autorizzate di cig sono complessivamente aumentate del 35,9% (erano state 85,9 milioni), incremento peraltro sostanzialmente inferiore a quello fatto riscontrare ad aprile 2010 rispetto al corrispondente mese dell’anno precedente (+ 52,9%). La rigo conferma la tendenza alla diminuzione già mostrata negli ultimi mesi, con il 46,9% di ore autorizzate in meno in confronto a maggio 2009 (34,7 contro 65,5 milioni). Differente l’andamento della cassa integrazione in deroga (cigd). A maggio 2010 sono state 32,3 milioni le ore di cigd autorizzate, che valgono quasi il 30% del totale dei mese. Per circa due terzi si tratta di ore autorizzate nel comparto commercio e artigianato (rispettivamente 13,7 e 7,2 milioni di ore). In calo deciso invece il ricorso alla cassa integrazione straordinaria (cigs): in maggio sono state autorizzate 49,6 milioni di ore, contro le 56,8 del mese precedente (+218 % rispetto a maggio 2009). "L’ascesa della ore autorizzate per la cassa integrazione in deroga - ha commentato il numero uno dell’istituto di previdenza, Antonio Mastrapasqua - a fronte della sostanziale tenuta di quella ordinaria e della significativa diminuzione della straordinaria, è da attribuire al fatto che la rete di protezione degli ammortizzatori sociali si è stesa su imprese e settori produttivi che fino all’anno scorso erano privi di sostegno".
Nel complesso dei primi cinque mesi del 2010, le ore autorizzate di cig (ordinaria, straordinaria e in deroga) sono state 532,5 milioni contro 290,7 milioni dell’analogo lasso di tempo dei 2009 (con un rialzo complessivo dell’83,1%). Si tratta di un incremento ancora rilevante, ma che tuttavia continua a evidenziare la tendenza verso una forte decelerazione, già manifestata nei periodi precedenti (l’aumento delle ore autorizzate nel primo quadrimestre dell’anno era pari al 103% delle ore autorizzate nel medesimo periodo del 2009). Risultano concordi con queste indicazioni pure i dati che provengono dalle domande di disoccupazione e mobilità, come sempre relativi a un mese precedente. Ad aprile 2010 sono state presentate 72mila richieste di disoccupazione, 5mila in meno rispetto a marzo ed oltre 20mila in meno in confronto ad aprile 2009. Globalmente nei primi quattro mesi dell’anno le istanze inoltrate all’Ente assicuratore sono state -13,75% rispetto a quelle dello stesso periodo del 2009 (340mila contro 394mila). In significativa flessione anche le richieste di mobilità: 6.800 nel mese di aprile 2010, circa
l’11 % in meno in confronto al corrispondente mese dello scorso anno. Forte anche la diminuzione per le domande di disoccupazione con requisiti ridotti, passate dalle 655mila di gennaio-aprile 2009 alle 583mila del primo quadrimestre del 2010.
LAVORO - Dopo Roma e Reggio Calabria si è tenuto a Verona, presso la locale Università, il terzo appuntamento formativo "L’avventura comunitaria: processi sociali e intervento professionale", organizzato dall’Ordine nazionale assistenti sociali per gli iscritti del Centro-Nord. Con questa iniziativa, che ha registrato formidabili ed inaspettate adesioni su tutto il territorio nazionale, l’Ordine ha dato il via alla fase sperimentale della formazione continua che andrà a regime nel 2013. Nonostante le perplessità e una certa diffidenza che hanno accompagnato nella comunità professionale il varo del Regolamento e delle Linee guida di formazione continua, gli assistenti sociali di tutta Italia hanno partecipato con grande entusiasmo agli eventi formativi, occasione anche di incontro e di confronto metodologico.
"Oggi questi professionisti, che spesso hanno dovuto rafforzare la propria abilità a costo di forti sacrifici personali - è stato scritto in una nota dell’Ordine - vedono il Consiglio nazionale dell’Ordine fortemente impegnato su tutti i fronti istituzionali per facilitare l’adempimento dell’obbligo formativo. L’Ordine assolve in questo modo ad un dovere deontologico, ma anche al rilancio della formazione e della ricerca come strumenti ineludibili di crescita professionale e di contribuzione al rinnovamento delle politiche di welfare del nostro Paese". La formazione continua, vista quindi "non come corsa al credito - ha detto la presidente dell’Ordine degli assistenti sociali, Franca Dente -, ma come impegno di tutti a crescere professionalmente, a ripensare metodi e paradigmi, a rompere meccanismi routinari deleteri, a sperimentare soluzioni nuove". Tema centrale di questo primo ciclo di seminari di formazione, promossi dal Cnoas, è stata la dimensione comunitaria del Servizio sociale, quale utile strumento per recuperare senso di appartenenza, sicurezza e solidarietà.


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