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La guerra del Partito democratico alla massoneria prosegue in maniera quasi maniacalmente curiosa. Sembra una vera e propria fobia. Il parlamentare che si è distinto di più nel dare una patente a questa "battaglia" del Pd è stato il senatore Lucio D’Ubaldo, il quale ha fatto sapere che i cattolici del partito terranno "accesi i riflettori" sulla vicenda per evitare che su di loro arrivi in futuro il veto per la guida dello stesso partito. Lucio D’Ubaldo ha mandato il suo grido di dolore alla mailing list degli ex popolari del Pd che fanno capo a Beppe Fioroni, e che quotidianamente raggiunge 15.000 simpatizzanti. "Voglio prenderla alla lontana - scrive D’Ubaldo - Chi si ricorda, specie tra i più giovani, di don Romolo Murri? Fondò la Fuci e avviò agli inizi del Novecento la prima esperienza della Democrazia cristiana. Poi, rotti i ponti con la Chiesa, cominciò una lunga peregrinazione politica e spirituale. E’ nota la sua adesione, a cavallo della prima guerra mondiale, al Partito radicale dell’epoca; meno nota, invece, la testimonianza che a riguardo fu data dal figlio, quando nella presentazione di una sua opera postuma dichiarò che Romolo Murri non divenne mai segretario di quel partito a causa della mancata iscrizione alla massoneria. Ecco, un episodio così lontano sfiora l’insignificanza o apre interrogativi anche sull’oggi? Viste le reazioni
interne al Pd sulle possibili infiltrazioni massoniche - prosegue l’esponente popolare sarei indotto a pensare che la questione mantiene integra la sua attualità . Visto l’andamento del dibattito, mi viene insomma da chiedere se il tentativo di soprassedere, magari con fastidio, non sia una forma di pericolosa e colpevole accidia politica". "Dobbiamo accendere i riflettori, tutti quelli che servono - esorta D’Ubaldo - affinché nessuno abbia a temere nel presente e nel futuro l’esproprio sotterraneo della democrazia di partito". In ogni caso, per tornare agli atti ufficiali, sulla questione della compatibilità fra iscritti al Pd ed iscritti alla massoneria, il Presidente della Commissione nazionale di Garanzia dei partito democratico, l’ europarlamentare Luigi Berlinguer, ha convocato la Commissione nella giornata di ieri. Il Presidente Berlinguer - così recitava il sito Pd - ha deciso di inserire il tema all’ordine del giorno dopo aver preso atto che "l’Assemblea nazionale del 21-22 maggio scorso ha affidato alla Commissione i compiti giÃ
svolti dalla Commissione per il Codice etico". Lo Statuto del Partito Democratico, si legge nella nota, recita: "non possono aderire al Pd persone che risultino escluse sulla base del Codice etico". Il Codice etico dispone "che non possono iscriversi al Partito Democratico le persone appartenenti ad associazioni che comportino un vincolo di segretezza o comunque a carattere riservato, ovvero che comportino forme di mutuo sostegno tali da porre in pericolo il rispetto dei principi di uguaglianza di fronte alla legge e di imparzialità delle pubbliche istituzioni". Ma i limiti della "crociata" ancora non risultano troppo chiari.