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Mazzitelli, il legale: "E' malato, ora temiamo un gesto estremo"

• da Il Messaggero del 8 giugno 2010

 

Sono critiche le condizioni di salute di Stefano Mazzitelli, ex amministratore delegato della società Telecom Italia Sparkle, in carcere da 104 giorni. Il manager coinvolto nell’inchiesta sul maxi riciclaggio di 2 miliardi di euro, secondo i suoi legali, sarebbe in serio pericolo. Gli avvocati Fabrizio Merluzzi e Mario Staderini, spiegano che il loro assistito «da oltre dieci giorni soffre di una paresi della gamba destra e di
tre dita della mano destra». I legali sostengono di essere preoccupati anche perle condizioni psicologiche di Mazzitelli.«Ciò che maggiormente ci allarma dice Staderini, che ieri è andato in carcere a trovare il manager, è lo stato psicologico dei nostro assistito, Negli ultimi tempi ha avuto un crollo. Dice che non gli importa più nulla e che preferirebbe morire. Non vorremmo che questi siano segnali che annuncino qualche gesto estremo».
Gli avvocati di Mazzitelli hanno informato della situazione i pm titolari delle indagini. «Il pm Francesca Passaniti - ricorda Staderini - attende una relazione sullo stato di salute del detenuto. Domani il medico sarà in carcere per visitare il nostro assistito». E intanto, dopo cento giorni di custodia cautelare, ha ottenuto gli arresti domiciliari, Mario Rossetti, tre anni fa direttore amministrativo di Fastweb e coinvolto nell’inchiesta nella stessa inchiesta. Per Rossetti, assistito dagli avvocati Vittorio Virga, Lucio Lucia e Francesto Cusimano, il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e i pubblici mini- steri Francesca Passaniti, Giovanni Bombardieri e Giovanni Di Leo, ipotizzano il reato di associazione per delinquere transazionale pluri aggravata, finalizzata all’evasione fiscale, alla corruzione e ad altro. Gli arresti domiciliari, su parere favorevole dei pm, sono stati concessi dal gip Aldo Morgigni, il quale ha ritenuto che si siano attenuate le esigenze di custodia cautelare. La stessa imputazione è stata ipotizzata per una ottantina di persone, 56 delle quali finirono in carcere a febbraio e tra questi anche Silvio Scaglia, già fondatore e amministratore delegato di Fastweb, anche lui ai domiciliari.
Ieri intanto i pm sono tonnati in carcere per interrogare Nicola De Girolamo. Nel corso dell’interrogatorio, durato circa un’ora e mezza, i pm avrebbero posto domande all’ìndagato su alcune informazioni acquisite dalle recenti rogatorie all’estero.


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