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Maxi-multe agli editori. Di nuovo nel testo il nodo delle proroghe

• da Corriere della Sera del 8 giugno 2010

di D.Mart.

 

L’ennesimo pacchetto di 9 emendamenti del Pdl va incontro alla richiesta di ammorbidire il testo avanzata da finiani, ma gli ultimi ritocchi prevedono anche tre vistose novità di segno diverso: introdotte sanzioni penali di nuovo molto pesanti (fino a 464.700 euro) per gli editori che pubblicano intercettazioni non attinenti al processo e per questo destinate alla distruzione; rafforzato il meccanismo che porta all’inutilizzabilità delle intercettazioni se il pm procede per un fatto che poi risulterà diverso al processo; stabilita una vacatio legis lunga che renderà la legge inapplicabile nel suo primo mese di vita.
Il primo nodo del pacchetto-Ghedini, tuttavia, è un altro. Le mini proroghe per le intercettazioni di 48 ore, che il pm potrà disporre rispetto al limite massimo di 75 giorni, presentano una complicazione: il pm, infatti, se si trova davanti ad elementi fondamentali (per l’accertamento del reato per cui si procede o per impedire altri reati) può prolungare le intercettazioni. Ma entro le 24 ore successive deve comunicare al tribunale collegiale del capoluogo di processi nel distretto che avrà 48 ore per Mezza retromarcia sui convalidare il tutto. Però processi pendenti; si questo flusso continuo di richieste di convalida, che applicheranno solo incrementa incredibilmente le alcune norme spedizioni di atti dalla periferia ai 26 capoluoghi di distretto, potrebbe paralizzare il sistema. Per questo non è escluso che in corso d’opera il termine di convalida di 48 ore venga raddoppiato. Il secondo nodo riguarda la norma transitoria. Alla
Camera fu scritto che il ddl intercettazioni non si applica ai procedimenti pendenti. In commissione al Senato è stata invece introdotta l’applicabilità di tutte le nuove norme ai procedimenti in corso. Mentre ora, con l’ultimo aggiustamento, si fa una mezza marcia indietro: per i procedimenti in corso, entreranno subito in vigore i commi che riguardano il tetto di durata massima delle intercettazioni, il divieto di pubblicazione assoluto dei testi delle intercettazioni, l’obbligo di avvertire le gerarchie ecclesiastiche se ad essere intercettato è un sacerdote. Invece, la legge non inciderà sui processi in corso per quanto riguarda la sostituzione automatica del pm che ha violato il segreto di indagine oppure ha parlato in pubblico dell’inchiesta. Cancellata, infine, la cosiddetta norma «anti Radio radicale» (che trasmette le registrazioni dei processi): se il dibattimento avrà un peso sociale rilevante sarà il presidente della corte d’Appello ad autorizzare la trasmissione anche se le parti si oppongono.


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