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Vigilanza Rai: i compensi nei titoli di coda

• da Il Sole 24Ore del 10 giugno 2010

di Marco Mele

 

I compensi dei conduttori e dei giornalisti della Rai dovranno essere pubblicati nei titoli di coda dei relativi programmi. Rimane immutata la nuova norma che consentirà alla Rai, al contrario degli altri servizi pubblici europei, di essere presente su una sola piattaforma distributiva per ciascuna piattaforma tecnologica. La Rai, finanziata dal canone di tutti i cittadini, potrà criptare i suoi programmi su Sky e renderli "pubblici" su TivùSat, di cui peraltro è azionista di controllo insieme a Mediaset. A RaiTre, intanto, Antonio Di Bella chiede di avere un incarico adeguato alla direzione di RaiTre. La Rai rischia una nuova richiesta giudiziaria di reintegro. Il direttore del Tg1, Augusto Minzolíní, da parte sua, presenta la nuova sigla e il nuovo studio della testata, ma la linea editoriale «resta immutata. Dobbiamo continuare a rappresentare una sorta di baricentro del Paese». La commissione di Vigilanza ha approvato ieri sera il proprio parere favorevole, obbligatorio ma non vincolante, sul contratto di servizio triennale tra la Rai e il ministero dello Sviluppo economico.
L’emendamento sui compensi è stato presentato dal relatore Alessio Butti (Pdl) ed è passato, con alcune modifiche, dopo che l’opposizione ha chiesto che l’Operazione Trasparenza" non fosse limitata ai programmi d’approfondimento (si legge: Michele Santoro) ma anche ai telegiornali (si legge: Augusto Minzolini) e a tutti i programmi di servizio pubblico. Soddisfatto il ministro della pubblica amministrazione e l’innovazione Renato Brunetta, che da un anno aveva lanciato una campagna per arrivare proprio a quest’obiettivo: «Si sono garantite le necessarie premesse per quella grande operazione trasparenza sulla Rai che avevo più volte sollecitato». Sottolinea Marco Beltrandi, radicale: «Avrei preferito che queste informazioni fossero date sul portale Rai alle persone realmente interessate. Maggioranza e opposizione, votando contro un mio emendamento, hanno poi rifiutato la possibilità di rendere disponibile su Internet l’elenco delle società che hanno appalti in Rai». Un altro emendamento approvato, presentato da Davide Caparini della Lega Nord, se recepito nel testo, obbligherà la Rai a pubblicare sul web i compensi di oltre 13.236 contratti, di cui 11.3o9 a tempo indeterminato e 1.858 a tempo determinato: «G consentirà di capire come vengono spesi i soldi dei cittadini» commenta Caparini.
Si è rischiato, infine, l’incidente politico-diplomatico tra il presidente della Vigilanza, Sergio Zavoli e il direttore generale della Rai, Mauro Masi. Quest’ultimo ha chiesto il rinvio dell’audizione prevista per oggi. Zavoli replica a Masi: «Leggo, sconcertato, le motivazioni che accompagnano la richiesta di rinvio, immaginando le domande che le verrebbero rivolte. Forse le sfugge il significato di fornire in Commissione una serie di notizie che investono la credibilità del servizio pubblico». Masi precisa di essersi
limitato «a chiedere con la massima osservanza istituzionale di valutare la possibilità di rinviare la data dell’audizione. Niente di più e niente di meno».


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