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Intercettazioni, ormai è guerra

• da Liberazione del 11 giugno 2010

 

E alla fine la "legge bavaglio" venne approvata: come da copione, nonostante l’occupazione notturna dell’Aula da parte dei senatori dell’Idv, la marea di proteste nei palazzi e fuori, il Senato ha approvato la fiducia sulle intercettazioni con 164 voti a favore e 25 contrari.
I favorevoli, ovviamente, vengono tutti dalla maggioranza (Pdl e Lega compatti), contrarie l’Udc e l’Idv,
Api e Radicali mentre I’Mpa e il Pd non hanno partecipato al voto. La decisione è stata annunciata dalla capogruppo Anna Finocchiaro subito prima della conta: «Da qui comincia il massacro della libertà» e poi tutti fuori. Il presidente dell’Aula Schifani ha dovuto far portare fuori dai secondini i senatori di pietristi in protesta, il popolo viola ha organizzato una vegli di protesta davanti alla Camera dove il provvedimento approderà in terza lettura. A Montecitorio la pattuglia dei finiani, che al Senato hanno approvato la fiducia e hanno giudicato «buono e migliorato» il testo della discussione, cercheranno - almeno a parole - di salvare il salvabile (ma poi vai a capire ormai..). A sentire Fabio Granata «sulle intercettazioni ambientali e sui reati "spia" ai reati di mafia come traffico dei rifiuti, usura ed estorsioni la decisione di porre la fiducia al Senato ha impedito delle modifiche auspicabili nel contrasto alle mafie e alla criminalità organizzata» e quindi «auspico un percorso di revisione del testo». Sarà, ma nel frattempo l’opposizione e la società civile si attrezzano per fare sentire il loro dissenso. Da una parte c’è Di Pietro che chiama al referendum e che invita Napolitano a non firmare la legge, beccandosi come risposta un «parole al vento» da parte del colle; il popolo viola, come detto, dalle 21 di ieri sera è davanti a Montecitorio; il sito di Sinistra e Libertà è stato listato a lutto per tutta la giornata e ancora Anna Finocchiaro ha spiegato tutta la rabbia e la contrarietà del Pd:«Questo testo sulle intercettazioni è pieno di errori, di elementi di irragionevolezza ed ha profili di incostituzionalità molto seri».
Infine, i giornalisti: la Fnsi, il sindacato nazionale, ha fissato per il 9 luglio una giornata di silenzio dei media. In occasione dell’approvazione definitiva del ddl, non ci saranno quotidiani in edicola, né servizi giornalistici in televisione. Nel frattempo, però, fino al 9 luglio la Fnsi attuerà altre iniziative di mobilitazione e lotta contro il provvedimento legislativo. Si pensa ad esempio a "pagine bianche" per sottolineare - si fa rilevare - «la drammaticità della situazione». Non solo i giornalisti, anche gli editori hanno alzato la voce contro questo disegno di legge, tramite la loro federazione (Fieg) che «esprime la ferma protesta per l’approvazione dei ddl intercettazioni da parte del Senato». Secondo la Fieg «il testo non realizza l’obiettivo dichiarato di tutelare la privacy, ma ha semplicemente un effetto intimidatorio nei confronti della stampa. Ne sono dimostrazione le pesantissime sanzioni agli editori. Queste sanzioni puniscono semplicemente l’editore per una responsabilità senza colpa, che non è in grado di evitare».


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