Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
dom 28 apr. 2024
  cerca in archivio   RASSEGNA STAMPA
Intercettazioni, disco verde e bagarre e veleni in senato

• da QN del 11 giugno 2010

di Antonella Coppari

 

La grande rissa che scoppia sempre quando in Aula ci sono provvedimenti che riguardano la giustizia. A palazzo Madama volano insulti, i dipietristi occupano i banchi del governo mentre i democratici escono al momento del voto. A fargli compagnia, i senatori a vita e i 3 dell’Mpa, più fastidiosi per il centrodestra. Numeri e piazzate già viste accompagnano il disco verde del Senato sul disegno di legge sulle intercettazioni. Come da copione, la fiducia passa con 164 sì e 25 no (Idv, radicali, Udc, Api). Chiarisce il guardasigilli Alfano: «Abbiamo realizzato un punto del programma; il provvedimento è un ottimo punto di equilibrio e sarà apprezzato dai cittadini». Ora tocca alla Camera: Berlusconi parzialmente soddisfatto del testo («un passo avanti», lo definisce il fido Bonaiuti) ma irritatissimo per gli attacchi dell’opposizione - vuole portare a casa la legge per luglio. Tra gli intimi, si dà per scontato un nuovo voto di fiducia a Montecitorio: da mettere in conto le perplessità di Fini. Mal di pancia, del resto, non emergono solo fra i suoi uomini («speriamo di migliorarlo», avverte Briguglio) ma pure tra ex Fi: si lamentano sia le colombe come Pisanu per il giro di vite, sia i falchi alla Lehner per le concessioni fatte.
La cronaca di un polverone annunciato passa per la decisione dell’Idv di occupare i banchi del governo: avendo trascorso la notte in aula, non hanno problemi ad anticipare la squadra del premier. A nulla servono le ramanzine del presidente Schifani: non mollano. Segue espulsione con postilla: possono rientrare al momento del voto. I democratici non ci stanno a incassare nuove staffilate da Di Pietro («ancora una volta siamo stati lasciati soli a fermare una maggioranza criminale») e giocano al rialzo. Durissima Anna Finocchiaro, presidente dei senatori, parla di «massacro della libertà» e annuncia «l’Aventino» fra gli applausi dei suoi: insieme escono per incontrare una delegazione della Fnsi e del
popolo viola. Si scatena la gara fra le opposizioni, con i radicali - duri contro il ddl - che però rimangono
al loro posto. Urla il capo dei senatori Pdl, Gasparri a quelli del Pd: «Non siete democratici»; ma se
ne vanno pure gli uomini del Mpa di Lombardo. Netti i lealisti siciliani: è un segnale politico, lanciato
per le vicende locali, per dare cioè una botta ai ‘nemici’ Alfano e Schifani. «Hanno ferito premier e alleanza», insorgono Vizzini & co. Replica il lombardiano Oliva: «L’abbiamo fatto per motivi di coscienza».
La fine è nota: la fiducia passa senza problemi e già il Pd annuncia barricate alla Camera. Grida di dolore si alzano dai magistrati: «Metterà in ginocchio la nostra attività e quella della polizia», dichiara il residente dell’Anm Palamara. Si agita l’Idv che annuncia un referendum abrogativo «il giorno dopo il varo del ddl». I democratici guardano con fiducia verso la Consulta: «La corte costituzionale arriva prima», nota Finocchiaro. Mentre nella maggioranza si cerca di interpretare i segnali del Colle per capire che aria tira lassù...


IN PRIMO PIANO







  stampa questa pagina invia questa pagina per mail