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Ed era vero

• da Libero del 11 giugno 2010

di Filippo Facci

 

Dire «Ponzio Pilato è peggio di Erode» (Tonino dixit, ieri) è come dire che una betoniera è peggio di un tonno: non vuol dire perfettamente niente, soprattutto se nella stessa frase butti dentro anche Mussolini (Tonino dixit) e se questo disordine mentale lo chiami politica. Le dissociazioni di Di Pietro non le scopriamo oggi, né costituiscono novità i suoi movimentismi più o meno copiati dai radicali - ostruzionismi, sceneggiate, occupazioni, referendum, ecc. - che nel suo caso sanno però di farsa fuori dal tempo, di plagio senza invenzione o di - ops - auto usata. Poi c’è il suo uso demenziale della Storia: da un paio d’anni, forse su disgraziato suggerimento, ha centrifugato «Hitler», «Videla», «Dracula», «Pinochet» e «Nerone» parlando poi di «fascismo», «nazismo», «antisemitismo», «razzismo» e «piduismo» più altre sanguinose sciocchezze di cui nulla sa. Di Pietro, del resto, non sa che cos’è un fascista: al limite lo è. Non sa niente di Storia (neanche di Storia) e questi ne sono gli effetti, del resto che gli frega: quando la scriveranno, la Storia, lui sarà morto. Ma sbaglia, perché sarà uno dei pochi italiani di quest’epoca che sui libri di Storia ci finirà davvero. Il problema, nella spietatezza della sintesi, è che cosa scriveranno. Probabilmente questo: fece un’inchiesta sugli illeciti della politica e poi l’accusarono di voler sostituire i politici che arrestava.


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