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Intercettazioni. Il Senato dice sì

• da L'Opinione del 11 giugno 2010

di Rossella Gemma

 

E’ fatta, via libera dei Senato al ddl intercettazioni con 164 sì e 25 no. A favore hanno votato Pdl e Lega, contrari ldv, Udc, Api e radicali. Non hanno partecipato alla votazione i senatori del Pd, dell’Mpa di Lombardo e delle autonomie. Quella di ieri al Senato, è stata, però, una vera e propria battaglia tra maggioranza e opposizione, per il voto di fiducia sul ddl intercettazioni posta dal governo. I senatori dell’ldv di Antonio Di Pietro hanno occupato l’aula di Palazzo Madama in segno di protesta e il Pd non ha partecipato al voto di fiducia, annunciando per bocca della Presidente dei senatori Anna Finocchiaro, che "da qui comincia il massacro della liberta".
Il Governo ha posto la fiducia su un maxiemendamento interamente sostitutivo del ddl intercettazioni, così come votato dalla Commissione Giustizia. Il provvedimento tornerà ora alla Camera per la terza lettura. Intanto, il Presidente dei Consiglio Silvio Berlusconi, si è dichiarato parzialmente soddisfatto: "Il ddl sulle intercettazioni è un primo passo importante, cercheremo di migliorarlo più avanti. Solo una piccola lobby di magistrati e giornalisti è contraria alla legge sulle intercettazioni, la grandissima maggioranza degli italiani è stanca di non poter usare il telefono perché teme di essere spiata". Il Cavaliere, vorrebbe, in sostanza, che il ddl venisse confermato così come è dal Senato e dalla Camera mentre, per Marcello Dell’Utri, il provvedimento "può anche andare bene cosi". A parlare di intesa ritrovata è, invece, il finiano Italo Bocchino: "Si e’ raggiunto un compromesso accettabile che consentirà alla maggioranza di approvare velocemente la legge". A sembrare ottimista è sicuramente Umberto Bossi per il quale, la decisione di porre la fiducia non creerà problemi al cammino delle riforme. "Sono troppo importanti dice Bossi - le opposizioni non possono invocare delle scuse". Ma sicuramente le critiche più severe arrivano dall’opposizione che ieri si è fatta notare in Aula e non poco. Pierluigi Bersani annuncia: "Dobbiamo fare una battaglia con tutte le forze che abbiamo" e Pier Ferdinando Casini si dichiara contrario alla fiducia perché "il Parlamento deve discutere la legge che, così come é, ancora non va". Intanto si preparano le contromisure: Antonio Di Pietro annuncia che I’Idv promuoverà un referendum, sperando nel frattempo che Napolitano non firmi il ddl. Anna Finocchiaro (Pd) ritiene che "ci siano molti motivi per ricorrere alla Corte Costituzionale, prima di qualsiasi attività referendaria". La cosa certa, è che saranno necessari i "gravi indizi di reato" per procedere con un ascolto e il pm, dovrà inoltrare la richiesta
per intercettare al gip, che insieme ad altri giudici (composizione collegiale) valuteranno se concederle o meno.
Spettatore supremo, il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, per il quale "i professionisti della richiesta al Presidente della Repubblica di non firmare sono numerosi, ma molto spesso parlano a vanvera".


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