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Toglieteci tutto, ma non toccateci le ferie (anche se siamo precari). Soprattutto, verrebbe da aggiungere con un pizzico di malizia, se il mare è a due passi e l’estate è già alle porte. L’avevano promesso qualche giorno fa e adesso fanno sul serio. Si tratta di un gruppo di medici precari dell’ospedale Cardarelli di Napoli che da oggi inizieranno uno sciopero della fame per protestare contro la direzione sanitaria che non ha voluto concedergli le vacanze. Una protesta, spiegano le sigle sindacali Aroi-Emac ed Anaao Assomed, decisa «per stigmatizzare l’atteggiamento della direzione sanitaria e di alcuni primari che non hanno concesso le ferie al personale di ruolo e precario, nonostante sia tassativo il godimento delle ferie inerenti all’anno 2009 entro giugno 2010».
Per i sindacati, infatti, la protesta in stile Pannella non è affatto esagerata visto che, precisano, «la mancata autorizzazione del godimento delle ferie rappresenta una vera e propria violazione della legge e dei diritti del lavoratore». Sarà . I medici sul piede di guerra sono 20 precari in scadenza di contratto che insieme a un’altra ventina di colleghi rischiano di non vedersi rinnovato il contratto per mancanza di fondi. Quello delle ferie è solo un capitolo della lotta ingaggiata da qualche tempo dai sindacati contro la direzione sanitaria del nosocomio partenopeo. La colpa, spiegano, è della manovra economica del Governo che ha costretto molte regioni a ridurre la spesa sanitaria. Quello dello sciopero della fame è solo una delle proteste messe in cantiere. «Occuperemo simbolicamente per un giorno la direzione generale», ha spiegato Giuseppe Galano, presidente dell’Aaroi, associazione anestesisti rianimatori ospedalieri, «divulgheremo le nostre intenzioni, facendo volantinaggio. Alcuni dei nostri colleghi inizieranno uno sciopero della fame. Successivamente andremo anche in Regione e chiederemo un incontro con il presidente della Regione Caldoro e con il sub- commissario alla. Sanità Zuccatelli». E i pazienti? «A loro non vogliamo causare alcun danno», sottolinea Galano, «né vogliamo bloccare il lavoro e creare problemi all’ospedale. Si tratta solo di una dimostrazione di sofferenza. Il nostro è uno sciopero bianco». La levata di scudi dei medici arriva dopo appena un mese da un altro scandalo che ha travolto il Cardarelli. Nell’ospedale, in deficit da anni e dove le nuove assunzioni sono bloccate da molto tempo, si scopri che a una quarantina di infermieri nel 2003 vennero conferite posizioni organizzative e incarichi da coordinatore dipartimentale. Tradotto: in busta paga per questi «superinfermieri» lo stipendio era di circa 4.000 euro, quando uno di prima nomina ne riceve in media 1.600. Tutti incarichi che andavano peraltro a sovrapporsi a quelli di caposervizio e lasciavano sguarniti i reparti. Come dire: tutti generali e nessun soldato. Ma per i sindacati è sempre colpa della mancanza di fondi...