Il Codice procedura penale lo vieta, ma nè PM nè l?Ordine dei giornalisti attivano le procedure.
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·        Dichiarazione di Mario Staderini, Segretario di Radicali Italiani
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Roma, 15 giugno 2010
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Dopo il giorno di pausa sul caso De Santis, oggi i telegiornali hanno ripreso a diffondere immagini in manette di persone private della propria libertà .
Certo, si trattava di Nicola Schiavone, figlio del famigerato Sandokan, come in passato si era trattato degli accusati di violenza sessuale o dell’innocente Enzo Tortora.
A diffondere le immagini di Schiavone sono stati gli stessi telegiornali che ieri si erano compiaciuti del loro beau geste, ma nessuno oggi dice nulla.
La verità è che, come per il disegno di legge sulle intercettazioni, è fondamentale per l’attuale Regime impedire che la propria classe dirigente venga denigrata, per gli altri ci penserà la Provvidenza.
Peraltro, l’art. 114, comma 6-bis, del codice di procedura penale vieta espressamente la diffusione di immagini in manette, che costituiscono illecito disciplinare che il Pubblico Ministero ha l’obbligo di attivare presso l’organo competente. Quante segnalazioni in questi anni sono state fatte dai PM e quante volte l’Ordine dei giornalisti ha attivato le procedure disciplinari?
Ancora una volta si palesa la peste che pervade il nostro Paese, quella per cui la legge scritta non vale più nulla.
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