In un lungo articolo apparso oggi su La Repubblica “Globish, la lingua low cost che tutti possiamo imparare”, Enrico Franceschini riprende senza nessuna distanza critica l’articolo di Robert McCrum “Glob-ish”, apparso su Newsweek il 12 giugno.
Franceschini sostiene che oramai l’inglese non ha più padroni, e che è diventato una vera lingua mondiale, parlata da 4 miliardi di persone, la lingua dei “conquistati, i sedotti, i vinti, hanno digerito, imparato e rimodellato secondo le proprie esigenze”.
È tutto falso! Il Globish non esiste come lingua a sé. Tuttalpiù si tratta di un inglese parlato male, pieno di errori, che il più delle volte incomprensibile. Infatti gli studenti di tutto il mondo vanno nei paesi anglofoni e non certo in Cina a studiare l’inglese vero, i giovani guardano i film americani e non certo cileni per orecchiare l’inglese vero, e nelle scuole di tutto il mondo si usano grammatiche di Oxford o Harvard e non di Tallin per insegnare l’inglese vero. Tutto questo a caro prezzo, altro che low-cost!
La verità è che i 400 milioni di angofoni madrelingua nel mondo traggono dall’egemonia dell’inglese incredibili vantaggi politici ed economici, mentre tutti gli altri popoli spendono anni e miliardi di euro per accedere alla lingua dominante. Chiamare l’inglese Globish, non è altro che la solita strategia dei furbi anglofoni per i fessi non anglofoni e indorare la pillola della colonizzazione linguistica.