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Manifestazione di protesta ieri a Roma davanti agli uffici della regione Lazio per la decisione presa dal presidente Renata Polverini di imporre un ricovero ospedaliero di tre giorni per la somministrazione della pillola Ru486. L’imposizione del ricovero è contenuto nella linee guida presentate nei giorni scorsi dalla Polverini, che ha anche incaricato l’Asp, l’Agenzia di sanità pubblica, di eseguire una stima sul fabbisogno dei posti letto. Il caso è nato dopo la forzatura fatta all’ospedale Giambattista Grassi di Ostia, che ha eseguito un aborto farmacologico in assenza di ufficiali linee guida e accettando subito dopo le dimissioni della paziente. Si attende adesso la lista degli ospedali autorizzati all’esercizio dell’aborto farmacologico. Per l’associazione Vita di Donna quella della Polverini è una direttiva paradossale visto che gli ospedali laziali vanno verso una riduzione di 2500 posti letto. L’associazione, diretta dalla ginecologa dell’ospedale Grassi Lisa Comitano, sta manifestando da tre giorni davanti alla Regione Lazio insieme ad esponenti del partito Radicale, del Pd, dell’Idv, dell’associazione Luca Coscioni, del coordinamento delle donne Federazione della Sinistra Lazio. Chiedono un incontro con la Polverini, ma finora senza risultato. «Limitare la somministrazione del farmaco solo nei casi di possibilità di ricovero dicono le organizzatrici della protesta - è un pretesto per boicottarne la commercializzazione».