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"Devono mandare i carri armati per fare le centrali nucleari"

• da La Gazzetta del Mezzogiorno del 18 giugno 2010

di Alessandra Flavetta

 

«Il nucleare è la carta vincente?». Se lo chiedono l’Associazione «Luca Coscioni» e i radicali, che ieri ne
hanno discusso a Roma in un convegno. Il presidente della Puglia Nichi Vendola, a margine del convegno, è stato perentorio: «Il nucleare in Italia si può fare solo con i carri armati, cioè con un modello di militarizzazione del territorio».
Un «no» secco, quindi, alle ipotesi di una centrale nucleare e di un rigassificatore in Puglia. Ha specificato di considerare meno dispendioso intervenire sulla dispersione di energia nella rete, «pari al 18% in Italia, più dell’energia che possono produrre due o tre centrali nucleari». Puntare sull’uranio è «la danza macabra delle lobby mondiali». Il governatore pugliese ha fatto esplicito riferimento al solare («voglio creare un habitat urbano che sia fornito direttamente dall’energia solare»). «Siamo disponibili - ha aggiunto - a aumentare la produzione di energia ma non siamo disponibili a beccarci nè un rigassificatore nè una centrale nucleare».
La Puglia - ha specificato Vendola - «già regala l’83% dell’energia al sistema Italia e ne trattiene per sè soltanto il 17%». Una legge, quella del governo, che il presidente pugliese considera dagli «effetti catastrofici sulla salute dei cittadini». Per questo «siamo pronti a fare battaglia di fronte alla Corte costituzionale», e per questo «abbiamo diritto a una reazione di estrema durezza». Le centrali pugliesi, ha aggiunto Vendola, sarebbero «idealmente collocate nell’area salentina», per la disponibilità d’acqua. Sulla sindrome Nimby (non nel giardino di casa mia, n.d.r.) afferma che «dopo la vicenda di Scanzano, abbiamo scoperto che la Sogin e l’allora suo presidente avevano interessi nella flottiglia russa e abbiamo capito la finalità del deposito di scorie nucleari». Il vicepresidente del Senato Emma Bonino, domanda se
«esiste una alternativa più moderna rispetto al ritorno al nucleare e più adeguata al nostro sistema produttivo», dal momento che il programma del governo prevede un investimento di «25 miliardi di euro per avere il primo chilowattora nel 2020». Per il governo parla il viceministro allo Sviluppo Economico
Adolfo Urso: «II nucleare non è nè di destra nè di sinistra, ma è un fatto che tutti i Paesi del G8 hanno il nucleare civile».


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