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E’ un argomento, il nucleare, che conosce bene la vicepresidente del Senato, Emma Bonino. E ieri è tornata a parlarne al convegno "Il nucleare è la carta vincente?" promosso dall’associazione Luca Coscioni a Palazzo Valentini. Un palco affollato sul quale si sono alternati anche Adolfo Urso, viceministro allo Sviluppo economico, il presidente della Provincia Nicola Zingaretti e quello della regione Puglia Nichi Vendola. Sulla proposta dal governo Bonino ha fatto un ragionamento preciso: «Stiamo parlando di un programma da 25 miliardi di euro per avere il primo chilowattora nel 2020, dopo sette anni dalla costruzione della prima centrale- ha spiegato - tutto questo per realizzare il 4,5% del totale del fabbisogno energetico nazionale. Forse esiste un’alternativa». Come a dire: fatica e costi non valgono il risultato. In più per Zingaretti «il ritorno al nucleare richiederebbe una grande organizzazione. Ho la
sensazione che questo non avverrà mai. Un suo ritorno rischia di essere come quando arrivarono i cellulari in Italia, abbiamo milioni di consumatori ma ci manca il know-how per costruirli».
Un no deciso arriva da Vendola che è «pronto a dare battaglia» perché, dice, si tratta anche di una questione legata alla salute dei cittadini. Pro-nucleare, il viceministro Urso, per il quale occorre «puntare al mix energetico».