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Int. a A. Colombo - "Un flusso circolare che non si fermerà"

• da la Repubblica del 28 giugno 2010

di vla. po.

 

«Quella dei romeni è un’immigrazione circolare». Asher Colombo, insegna sociologia delle migrazioni internazionali all’università di Bologna. Sul rientro dei romeni in Italia ha le idee chiare: «La mobilità tra i nostri due Paesi non ha più vincoli e i lavoratori tornano indietro facilmente quando serve».

I flussi di ritorno sono facilitati dal fatto che i romeni sono cittadini europei?
«Certo, ma non solo. Come si è verificato coi polacchi, nella testa dei romeni il cambiamento è avvenuto ben prima dell’entrata del loro Paese nell’Unione europea. E precisamente, al momento dell’eliminazione dell’obbligo di visto. Da allora quella romena è diventata un’immigrazione circolare,
che entra e esce senza ostacoli, anche perché nel frattempo ha creato una rete stabile in Italia».

I flussi dentro-fuori diventeranno dunque una componente stabile di questa migrazione?
«Queste dinamiche fanno parte di tutti i sistemi migratori di prossimità. Comunque in ogni migrazione ci sono i pionieri, i primi ad arrivare, che accumulano denaro, lo spediscono in patria come rimesse e contribuiscono alla ripresa economica del Paese d’origine. Le rimesse finiscono solitamente nell’educazione dei figli, nella ristrutturazione delle case e in investimenti. L’emigrazione produce dunque sviluppo e questo può ritorcersi contro gli stessi immigrati».

Ci spieghi meglio.
«I prezzi nel Paese d’origine aumentano. L’economia cresce, nonostante la crisi si faccia sempre più sentire. Il mercato viene occupato da altri investitori. E così, soprattutto gli immigrati partiti per
ultimi, trovano crescenti difficoltà nel tornare a casa e avviare lì una propri a attività. Da qui il moltiplicarsi dì esperienze deludenti, con conseguente ritorno in Italia».


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