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Il rinnovamento? Che cos’è, dopo tutto? E’ stato il filo rosso degli "Stati Generali del Rinnovamento", incontri e scambi organizzati da Libération e Le Nouvel Observateur à Grenoble. Rinnovamento del centrosinistra francese ed europeo, attorno ai temi d’attualità : le pensioni, la povertà , l’esclusione, la crisi europea, la laicità . Rinnovamento attorno a nuovi valori di cui abbiamo dibattuto con deputati - come Francois Hollande, Jean-Luc Benhamias, Eva Joly, Jean-Francois Kahn, Pierre Moscovici, Dominique Voynet - giornalisti, tra cui Laurent Joffrin e Max Armanet e rappresentanti di tante associazioni francesi. In un momento di confronto con sarlcozysmo e berlusconismo, gli Stati generali hanno rappresentato l’occasione di riflettere ad un’alternativa politica, sociale e citoyenne. Un’alternativa che deve coinvolgere tutte le forze di opposizione: democratici, socialdemocratici, radicali, ecologisti, liberali di sinistra.
Di fronte alla crisi, dobbiamo mostrare coraggio. Coraggio innanzitutto di rimettersi in discussione, partendo dagli errori del centrosinistra europeo. Gli ostacoli sono tanti: eccessiva personalizzazione della politica, veduta corta, oblio dell’interesse generale, dipendenza dall’ultimo sondaggio o dall’imminente elezione locale. Reagire significa riassumere le proprie responsabilità politiche, rendere conto dei risultati raggiunti, capacità di portare gli elettori dove non andrebbero spontaneamente. Significa uscire dall’individualismo. Nelle "mediacrazie" come l’Italia, presa a modello di ciò che altri paesi europei non devono diventare, è forte la tentazione di vedere, a destra come a sinistra, degli istrioni monopolizzare tutto lo spazio pubblico. Di qui la necessità di uscire dall’antipolitica, che si sta manifestando in tanti paesi europei e che non rivoluzionaria ma reazionaria, un senza alternative. Significa ridare fiducia alla gente, ai movimenti, alla società civile, riconoscendo che è sulle gambe delle persone e non attraverso le leggi che viaggiano i veri cambiamenti. Arrestare il degrado sociale e l’erosione della cittadinanza; organizzare il nostro rifiuto collettivo: costruire un nuovo progressismo europeo. Tutto ciò richiede tempo, non si risolve tutto in un discorso, in un dibattito televisivo, in una manifestazione. Richiede partecipazione pubblica e democratica, un ampio dibattito in tutte le dimensioni della sfera pubblica.
Votare non basta. Solo la partecipazione e la libera informazione garantiscono che tutti possano veramente "pesare" nel dibattito pubblico. Solo la consapevolezza garantisce pluralismo e democrazia. Sfide di società da affrontare insieme, politica, movimenti e cittadini. Oggi infatti la politica, i partiti, non possono più, da soli, cambiare la società . Se la politica non può più tutto, la politica è però dappertutto. E’ chiamata a scegliere, a risolvere i problemi immediati, ad anticipare quelli che sorgeranno. A proporre un’alternativa partendo dalle nuove esigenze della gente. Riaffermare in modo radicale la promozione di diritti civili, sulla base del principio della libera scelta, per costruire una famiglia, scegliere di curarsi, scegliere di diventare cittadino di un paese. Lottare in modo duro contro le oligarchie e le corporazioni economiche, contro tutti i conflitti di interesse. Non si tratta poi di salvare il capitalismo - si salva da solo - né di rifondarlo, ma di collocare al centro il lavoro e la produzione reale.
Il nuovo centro sinistra europeo deve riaffermare il primato della politica, la lotta contro le crescenti disparità di reddito e le derive finanziarie dell’economia e deve globalizzare la politica. I mercati globali,
la mobilità dei capitali, le evoluzioni tecnologiche hanno fortemente indebolito il potere di intervento dello stato. Pressati dai nuovi populismi e nazionalismi, indeboliti dalla timidezza e dalle incertezze degli europeisti, non abbiamo impedito la frammentazione dell’Europa in tante piccole patrie chiuse e impotenti. Democratici, socialdemocratici, verdi, liberali di sinistra insieme devono superare le loro divisioni in Europa e costruire nuove alleanze per una vera democrazia sovranazionale europea.