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Piccola Posta

• da Il Foglio del 29 giugno 2010

di Adriano Sofri

 

L’ottimo Valter Vecellio lamenta giustamente che iniziative radicali importanti passino sotto silenzio, anche da parte di chi è di solito più attento ai temi sollevati. E’ così per lo sciopero della fame di Antonietta Farina Coscioni, che dura già da otto giorni, per garantire ai malati di Sla l’assistenza cui hanno diritto e che è loro negata; in primo luogo l’aggiornamento dei Lea, i Livelli essenziali di assistenza
e il nomenclatore tariffario delle protesi e degli ausili che è fermo dal 1999. A novembre c’era già stato uno sciopero della fame di Maria Antonietta e di decine di militanti radicali e di malati di Sla. Si chiede al governo di rendere operante l’approvazione della nuova versione dei Lea e del nomenclatore; di comunicare 1’effettivo utilizzo dei finanziamenti stanziati per i "comunicatori" di nuova generazione, regione per regione; di renderne accessibili a tutti, anche su Internet, le modalità di utilizzazione, individuando dei responsabili regionali cui gli utenti possano riferirsi; di verificare le condizioni di assistenza anche domiciliare nelle varie regioni; di assumere le iniziative di competenza anche attraverso
poteri commissariali, affinché sia garantito ai cittadini affetti da Sla o da patologie simili e alle loro famiglie l’esercizio dei diritti costituzionali di espressione del pensiero, e una assistenza adeguata. Firmata da decine di parlamentari di diversi schieramenti, una mozione chiedeva al governo di provvedere "entro il 2009". Siamo al luglio 2010. Prima di questa battaglia, un silenzio altrettanto significativo aveva accompagnato il lungo sciopero della fame di Rita Bernardini, cui si erano uniti molti altri, radicali e no, sulla condizione orrenda del carcere e i fantomatici provvedimenti governativi. Ci sono due spiegazioni: che a chi è (provvisoriamente) sano e a piede (provvisoriamente) libero, gliene frega
pochissimo di sclerosi e galera. E che coloro a cui importa molto sono frustrati e disgustati da un cinismo senza limiti e da un’impotenza onnipotente delle competenti autorità, che si tratti di chi crepa in celle dimenticate, o in camere di sicurezza (di sicurezza!), e anche di cittadini, ammalati e loro cari, cui è capitata la sventura universale di star male, e particolare di star male ignorando la Finanziaria.


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