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L'ecosfida di Milano

• da Corriere della Sera - ed. Lombardia-Milano del 1 luglio 2010

di Mario Porqueddu

 

Parlano di effetto serra, lotta alla CO2, energia nucleare o alternativa e ti chiedi: io che posso fare? Se anche diminuissi il mio impatto ambientale cosa cambierebbe? Eppure, in poco tempo è cambiato tantissimo. L'ecologia è una disciplina giovane, se ne parla dagli anni `60-`70, l'idea di «sostenibilità» è di fine anni `8o, il concetto di «impronta ecologica» nasce al termine dei `90. In questi (pochi) decenni gli ambientalisti sono passati dal ruolo di Cassandre pronte a vaticinare sciagure legate ai nostri comportamenti energetici, a quello di guru di un nuovo stile di vita che coniuga il benessere personale all'attenzione per il pianeta e, in certi casi, è già diventato «trendy». Oggi è pieno di libri sulla vita a impatto zero, nei supermercati impazzano le linee bio e vari politici, almeno a parole, si sono «convertiti» all'economia verde: da Al Gore a Obama, fino al ministro Tremonti. Solo che i governanti della Terra non trovano mai l'accordo. La conferenza di Copenaghen, a dicembre, doveva essere la svolta ed è stata un fiasco. E dunque? Restano le persone. Soprattutto gli abitanti di Paesi che consumano molta energia e producono più emissioni dannose. Insomma: noi. Si fa strada l'idea che cambiando stile di vita produrremmo un circolo virtuoso (oltre a scoprire piacevoli «effetti collaterali »). Come si fa? In mille modi: bici o bus invece dell'auto, poca carne e alimenti a km zero, elettrodomestici moderni per limitare gli sprechi, doccia al posto del bagno, qualche volo aereo in meno, niente prodotti usa e getta, né buste di plastica o fazzoletti di carta, e neppure stand-by accesi. Forse, senza diventare talebani, ci si riesce. Ma serve? E basta? Sul New York Times, Toni Friedman ha scritto: «Puoi cambiare lampadine o auto, ma se non cambi i leader le tue azioni saranno solo espressione di virtù individuale». C'è un'alternativa: sollecitare, aiutare e «costringere» i leader a cambiare. Milano può diventare un modello di sostenibilità e qualità della vita, a patto che i cittadini decidano che questa cosa è importante e oltre a cambiare stile di vita orientino scelte politiche nuove. Si inizia con i gesti quotidiani e si finisce con una città bellissima: Navigli riaperti, record di mezzi pubblici (magari elettrici), animali a spasso al Parco Sud... Scommettiamo?


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