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«Possibile che finora in tutta Haiti si stiano tirando in piedi solo tendopoli, il peggior insediamento umano possibile, quando per fare una casa bastano 2.500 dollari?». II geometra italiano Valter Garau, dopo una vita spesa a lavorare con le Ong dalla Bosnia all'Africa, ha cominciato a chiederselo appena arrivato a Port-au-Prince. E poche settimane dopo, in collaborazione con altri gruppi umanitari legati al network italiano di Agire, è uno di quelli che hanno preso un'altra strada: adesso proprio là dove finiscono le baracche di Warf Jeremy, una delle più disastrate bidonville della capitale, su un'area spianata grazie alle macerie portate qui dai bulldozer della portaerei Cavour, c'è un cantiere che entro settembre darà 120 case ad altrettante famiglie, per un totale di mille persone. Saranno costruite da operai haitiani regolarmente pagati col fondo «cash for work» (otto ore al giorno, dai 30 dollari a settimana per un manovale ai 70 per un capocantiere, che qui significano già mantenere moglie e figli) e con una spesa complessiva che, materiali compresi, non supererà i 300 mila euro. Si chiamerà (anzi quelli di Warf Jeremy già ora lo chiamano) Village Italien e sarà affiancato da un poliambulatorio le cui fondamenta sono già state completate con la previsione di una fine lavori entro l'estate. È solo uno dei progetti al cui finanziamento partecipano anche il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport, a coronamento della campagna «Un,aiuto subito per Haiti» lanciata all'indomani del terremoto. La campagna, nello specifico, aveva consentito di raccogliere grazie ai lettori di Corriere e Gazzetta la somma di 439.662,80 euro depositata il 15 aprile scorso su un conto corrente a favore delle undici Ong riunite in «Agire», da Terre des Hommes a Action Aid Italia, dal Cesvi a Intersos più le altre. Oltre ai progetti sostenuti come partecipazione, Corriere e Gazzetta ne hanno individuati tre legati in particolare alla ricostruzione di scuole: i quali sono ormai in dirittura di arrivo. Il primo consiste nella ristrutturazione della scuola elementare e media dei salesiani a Petionville: 1.610 studenti che «hanno potuto già riprendere le lezioni spiega il direttore padre Victor camminando tra loro all'intervallo - grazie al rifacimento ormai completato .di un'ala dell'edificio danneggiato lo scorso 12 gennaio. Alan e Chiara, due ragazzi italiani arrivati qui il mese scorso con il Volontariato internazionale per lo sviluppo, ci resteranno per i prossimi due anni. Il secondo, illustrato da Giori Ferrazzi di Terre des Hommes, è la ricostruzione totale della scuola elementare di Cité aux Cayes: per ora le lezioni sono riprese sotto le tende allestite nell'area liberata dalle macerie, i lavori di riedificazione stanno iniziando e la loro conclusione è prevista per dicembre. Infine la scuola della casa di accoglienza di Notre Dame de Victoire, nel centro di Port-au-Prince. La superiora, una suora di 84 anni che si è appena presa la malaria, dice che vuole guarire in fretta solo per un motivo: «Voglio rivedere le nostre 17 aule ricostruite e ì nostri 450 studenti tornare a far lezione lì anziché nelle strutture d'emergenza dove dobbiamo ospitarli tuttora». I lavori preliminari sono finiti. La ricostruzione totale lo sarà entro l'anno prossimo.