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Nucleare, primi effetti delle sanzioni A secco all`estero gli aerei di Teheran

• da Da Il Messaggero del 6 luglio 2010

Quattro Paesi, tra cui Gran Bretagna e Germania, rifiutano da alcuni giorni di rifornire di carburante gli aerei passeggeri iraniani nei loro scali. Un segnale che forse le sanzioni contro Teheran per il suo programma nucleare cominciano a mordere, ma il presidente Mahmud Ahmadinejad insiste nel dire che non avranno alcun effetto. La Gran Bretagna, la Germania e gli Emirati arabi uniti non hanno più rifornito di kerosene i velivoli iraniani da giovedì scorso, ha detto all'agenzia Isria Mehdi Aliari, segretario dell'Associazione delle compagnie aeree iraniane. Mentre l'agenzia Irna aveva riferito in precedenza che lo stesso rifiuto era stato opposto dal Kuwait. Giovedì il presidente americano Barack Obama ha dato il via libera all'applicazione di una legge varata dal Congresso che inasprisce le sanzioni approvate il 9 giugno dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu, vietando tra l'altro di avere rapporti commerciali e finanziari con gli Stati Uniti a compagnie straniere che vendano prodotti petroliferi raffinati all'Iran, come benzina e carburante per aerei. Anche l'Unione europea, il Canada e l'Australia hanno annunciato l'adozione di sanzioni aggiuntive a quelle delle Nazioni Unite. Secondo Aliari, per far fronte a questa situazione gli aerei civili iraniani devono fare scalo in aeroporti di altri Paesi, ma in tal modo «le spese vengono raddoppiate». Il responsabile iraniano ha aggiunto che le due compagnie maggiormente colpite sono quella di bandiera, Iran Air, e quella privata Mahan, che hanno il maggior numero di voli verso l'Europa. Aliari ha chiesto al ministero degli Esteri e dei Trasporti di appellarsi all'Organizzazione internazionale per l'aviazione civile (Icao) perché venga dichiarato «illegale» il rifiuto al rifornimento. Rifiutare il rifornimento ai velivoli civili è un atto «contro i diritti umani e le convenzioni internazionali», ha affermato da parte sua il relatore della commissione Esteri del Parlamento iraniano, Kazem Jalali.



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