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Maternità Hi Tech

• da da La Repubblica del 6 luglio 2010

di Elvira Naselli

Che cosa farebbe una donna se potesse sapere già a vent'anni quando andrà in menopausa? E come reagirebbe se potesse congelare gli ovociti aventidue per diventare mamma magari a quaranta e oltre? Ovviamente è difficile dare una risposta a queste domande. La scienza però offre già delle opzioni. Al ventiseiesimo congresso dell'Eshre, la società europea di Riproduzione umana ed embriologia, che si è appena concluso a Roma, tra i tanti studi presentati, ha avuto grande risalto la ricerca della giovane dottoressa iraniana Fahimeh RamezaniTehrani, professore di Medicina all'università Shahid Beheshti di Teheran. Lei e il suo team ritengono di poter stabilire, anche se con una certa approssimazione, l'età in cui una donna andrà in menopausa utilizzando il dosaggio dell'ormone antimulleriano (Amh), considerato spia della funzionalità ovarica. Dopo aver prelevato campioni di sangue a 266 donne tra venti e 49 anni, già reclutate in un altro studio, i ricercatori hanno dosato la concentrazione di Amh, ripetendo il test per altre due volte a intervalli di tre anni. «Abbiamo poi sviluppato un modello statistico per stimare l'età della menopausa ha spiegato Tehrani in una sessione plenaria - riuscendo a dimostrare una correlazione tra età della menopausa stimata e livellodi Amh. Per esempio se una ventenne ha almeno 4.5 nanogrammi per millimetro di ormone Amh, è prevedibile che vada in menopausa a più di cinquant'anni. Ora occorre uno studio più ampio» Sempre all'Eshre un'altra giovane dottoressa britannica, Srilatha Gorthy, del Centro per la medicina riproduttiva di Leeds, ha presentato i risultati di un'indagine svolta tra circa 200 studentesse sul fenomeno del social freezing, ovvero della possibilità del prelievo e del congelamento dei propri ovociti in giovane età per utilizzarli più avanti nel tempo. Nonostante fosse chiaro il costo economico, circa 3.500 euro, e quello fisico gli ovociti vengono prelevati dopo un'iperstimolazione ovarica e successivamente utilizzati con tecniche di procreazione assistita - otto studentesse di medicina e quattro di sport su dieci si sono dette pronte a iniziare questo percorso per assicurarsi una gravidanza futura con ovociti giovani. Per non rinunciare alla carriera. «E sbagliato dare false speranze - ragiona Emilio Arisi, ginecologo del comitato scientifico della Sigo, la società italiana di ginecologia ed ostetricia l'ormone Amh si dosa in pochi centri, non c'è esperienza e il costo è alto. Difficile pensare di poterlo usare a breve». Sul social freezing, invece, Antonio Lanzone, responsabile dell'unità di Ginecologia disfunzionale al policlinico universitario Gemelli di Roma, fa un altro ragionamento. «L'Italia è leader nella tecnica di vitrificazione dell'ovocita - precisa - ma un conto è consigliarla a persone che stanno per intraprendere terapie oncologiche e hanno poche altre possibilità di scelta, altra cosa è suggerirla a donne sane. Per almeno due motivi: perché su 100 ovociti scongelati le possibilità di avere bambini sono trail4 e il 7%. E poi perché gli ovociti sarebbero giovani, ma la gravidanza sarebbe comunque portata avanti da una donna più anziana. Non è un problema etico ma di messaggio medico sbagliato che dà false sicurezze. E che spinge lontano dall'idea di una gravidanza naturale».



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