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Italia e Spagna sul caso Fariñas Vertici a Roma e all'Avana in difesa dei prigionieri politici.

• da Da Il Messaggero del 6 luglio 2010

Nuova missione a Cuba del ministro degli esteri spagnolo, Miguel Angel Moratinos, in un momento particolarmente delicato sul fronte sempre caldo degli oppositori, in particolare a causa delle gravi condizioni nelle quali si trova il giornalista e dissidente Guillermo Fariñas, ormai da più di quattro mesi in sciopero della fame. La visita di Moratinos, atteso all'Avana nelle prossime ore, s'intreccia inevitabilmente con il delicato "dossier Fariñas". Proprio il caso di Fariñas è stato uno degli argomenti al centro di un colloquio, ieri a Roma, tra il sottosegretario agli Esteri, Vincenzo Scotti, e l'ambasciatore cubano in Italia, Rodney Lopez Clemente. Scotti ha tra l'altro fatto presente le aspettative dell'Italia sull'avvio del dialogo tra il governo cubano e la Chiesa e le decisioni assunte per alcuni detenuti in cattive condizioni di salute. Il sottosegretario agli esteri si è in particolare fatto interprete delle «preoccupazioni del Governo e del Parlamento circa lo stato precario in cui versa Fariñas», ponendo l'accento «sulla dimensione umanitaria di questi casi, al di là del merito specifico delle singole vicende». Questi e altri aspetti della questione del rispetto dei diritti umani saranno al centro della missione di Moratinos, per il quale «la cosa migliore» sarebbe comunque che il dissidente interrompa il suo lungo sciopero della fame. Prima di lasciare Madrid, il ministro ha chiarito che non intende visitare Fariñas, mentre fonti diplomatiche di Madrid hanno fatto notare che la morte del giornalista finirebbe per complicare il delicato processo di dialogo aperto ormai tempo fa tra la Chiesa e il governo di Raul Castro. A parlare esplicitamente di «rischio di morte» di Fariñas è stato qualche giorno fa il quotidiano del Pc cubano, Granma, il quale ha messo le mani avanti contro le accuse al governo, precisando che le autorità stanno invece «lottando perla sua vita». L'obiettivo della Spagna - ha sottolineato la stampa di Madrid è proprio quello di «aiutare» il dialogo in corso all'Avana, rilevando che lo stesso Moratinos è «convinto» del fatto che il processo potrebbe portare al rilascio di alcuni prigionieri politici, in particolare di 52 membri del cosiddetto "Gruppo dei 75", arrestati nel 2003 ed ancora in carcere. Sullo sfondo della missione di Moratinos, il gruppo di difesa dei diritti umani guidato da Elizardo Sanchez ha reso noto un documento nel quale ricorda che i prigionieri politici a Cuba sono 167, 34 in meno rispetto alla fine dell'anno scorso, anche se- è stato precisato - sono aumentate le detenzioni per periodi di tempo brevi, e cioè per poche ore o per qualche giorno.

 



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