Alla fine dei comitato dei partito riunito nel week end a L'Aquila, e alla vigilia dell'incontro di chiarimento fra vertici Pd e radicali, e che si svolgerà domani, Marco Pannella ha attaccato il Pd per le connivenze con il governo Berlusconi sullo stato della democrazia italiana. Partendo da un suo cavallo di battaglia - la critica alla candidatura di Massimo D'Alema a ministro degli esteri europeo da parte di Silvio Berlusconi, poi risoltasi in un nulla di fatto - il leader ha contestato la lettura politica dei Pd secondo cui la situazione democratica si deteriora «soprattutto per colpa dei leader della maggioranza, malgrado l'opposizione più o meno felice dei Pd. No, qui c'è un'unica realtà di regime». «Credo di poter dire che questo mio incalzare per comprendere, mostrare o essere smentito e corretto, sia una battaglia non solo compatibile ma necessaria alla democrazia italiana e al Pd. Necessaria perché svela le cose che purtroppo nemmeno Fini ha il coraggio di svelare, cioè cosa c'è dietro a un comportamento di Berlusconi nei confronti di una parte di quel potere che lui chiama comunista.