L’Agenzia per la sicurezza nucleare è ormai arrivata sul nastro di partenza. E anche per la scelta del nome del presidente tutto sembra ormai convergere su un’unica possibilità : Umberto Veronesi. Che non conferma questa ipotesi. Ma decisamente nemmeno la smentisce. Anzi. Il luminare dei tumori, oggi anche senatore del Pd, mette le mani avanti: «Sì, la proposta di rivestire questo ruolo mi è stata fatta. Ma io ho difficoltà ad accettare: prima vengono i miei pazienti». Non ci sono però altri ostacoli ad accettare la guida di un’Agenzia voluta dal governo di Silvio Berlusconi e ufficialmente ostacolata proprio dal suo partito di appartenenza, il Pd. E’ lo stesso Veronesi che lo ribadisce: «Semi cambiano la legge. Se mi garantiscono che occupare questo ruolo non sottrae tempo ai miei malati, posso pensarci su». E’ stata Stefania Prestigiacomo, ministro per l’Ambiente, a stimolare la riflessione del professor Veronesi. Adesso che il ministero dello Sviluppo economico è un interim nelle mani del presidente del consiglio, è lei, la Prestigiacomo, che ha preso in mano con gioia il boccino dell’energia nucleare. Ed è lei che ha lanciato la proposta nelle mani del professore dei tumori. Un’intuizione facilitata da quell’appello di metà maggio: c’era in prima linea la firma di Umberto Veronesi nella lettera che un gruppo di scienziati e intellettuali ha voluto inviare a Pier Luigi Bersani, segretario del Pd. Erano una settantina a chiedere a Bersani di rivedere in senso positivo la posizione del partito sull’energia nucleare. Anche Carlo Bernardini, fisico emerito, e Margherita Hack, astrofisica, oltre ad Enrico Morando che con la fisica non ha nulla a che vedere ma con il Pd parecchio. L’appello non ha scalfito la posizione del segretario del Pd. Ma nemmeno la risposta di Bersani sembra aver cambiato l’opinione di Umberto Veronesi. Sono quasi venticinque anni che in Italia il discorso dell’energia nucleare si è arenato senza possibilità di dialogo. Da quel 26 aprile del 1986, per la precisione, quando il reattore di Chernobil si è rotto, generando un panico mai più metabolizzato. Adesso si sta cercando di ripartire. Adesso il governo Berlusconi ha messo in cantiere la costruzione di alcune centrali nucleari da realizzare insieme con l’Enel. E organizzato, appunto, l’Agenzia per la sicurezza nucleare. Il decreto per il suo insediamento prevede che siano quattro i membri del consiglio di amministrazione di questa Agenzia, più un presidente. Prevede anche che il presidente abbia una incompatibilità dal punto di vista professionale. Per capire: l’ipotetico proprietario del carburante nucleare non potrebbe dirigere l’Agenzia. Ma fino a dieci giorni fa prevedeva anche un’incompatibilità di tipo politico. Ovvero: non avrebbe potuto essere presidente dell’Agenzia chi riveste cariche o incarichi di tipo politico. Dunque nemmeno un senatore come Umberto Veronesi, per essere chiari. Questa incompatibilità è stata però cancellata durante il consiglio dei ministri della fine di giugno, modificando così il decreto sulle centrali nucleari. E spalancando la porta della presidenza dell’Agenzia all’ingresso del professore-senatore Umberto Veronesi.