Ronza. Nelle carceri il periodo estivo è il più duro perché con l’aumento della temperatura l’insofferente situazione di sovraffollamento rischia di esasperare fin troppo gli animi dei detenuti. Per evitare il collasso estivo il governo aveva ideato il disegno di legge Alfano denominato "svuota carceri", per il quale il 18 giugno ha incassato l’ok in commissione Giustizia alla Camera, ma adesso è troppo tardi per approvarlo. Nel frattempo nelle carceri succede di tutto: ci si suicida, si fanno le collette per pagare le coperture dei bagni (Ucciardone), per attirare l’attenzione si sceglie di sbattere la testa contro le sbarre fino a sanguinare (lettera dal carcere di Poggioreale), scoppiano risse (a Ravenna fra romeni e magrebini). La grave situazione è stata ben illustrata dall’inchiesta che il Tg2 della Rai (a firma di Maurizio Martinelli) ha mandato in onda lunedì sera, chiaro esempio del ruolo di denuncia che deve svolgere il servizio pubblico televisivo. Approdato in aula a Montecitorio lunedì scorso, il disegno di legge ha subìto così tante modifiche da apparire un’ipotesi alquanto remota quella di approvarlo in tempi brevi. Insomma si è creato un provvedimento per ovviare al sovraffollamento delle carceri nei mesi estivi, ma poi si rischia di non fare in tempo ad attuarlo. Per questo motivo il deputato del Pdl Benedetto Della Vedova ha chiesto che, qualora non fosse possibile approvare «in tempi brevissimi» il ddl, almeno che si ricorra alla decretazione d’urgenza, vista «l’emergenza» del sovraffollamento negli istituti penitenziari. «Chi lunedì sera ha seguito il primo dei servizi che il Tg2 ha scelto meritoriamente di dedicare alle condizioni del sistema carcerario (al centro il caso dell’Ucciardone di Palermo) - sostiene Della Vedova - non può non prendere atto dell’assoluta necessità di approvare in tempi rapidissimi il ddl governativo sulla detenzione domiciliare nell’ultimo anno di pena. Il ricorso alla decretazione d’urgenza, date le condizioni di sovraffollamento e di pericolo di molte carceri, è ampiamente assistito dai presupposti costituzionali di necessità e urgenza». E c’è pure chi, come il deputato del Pdl Alfonso Papa, relatore del ddl sulla detenzione domiciliare nell’ultimo anno di pena, paventa un’estate di rivolte e suicidi in carcere: «Il numero dei detenuti è di quattro volte superiore alla capacità carceraria, mentre ci si avvia verso temperature che nelle celle arriveranno fino a 50 centigradi». Da qui la richiesta di Papa, ieri in aula, di rinviare il ddl alla commissione Giustizia della Camera perché decida in sede legislativa (poi dovrà passare al Senato, ma i tempi comunque si accorcerebbero). Richiesta accolta nel pomeriggio: la Camera ha infatti deciso di rispedire in commissione Giustizia il ddl per consentire l’esecuzione al proprio domicilio delle pene inferiori a un anno o degli ultimi dodici mesi di pena. Una sorta di retrofront, quindi, in virtù del fatto che solo lunedì il governo aveva dato il suo via libera al provvedimento che porta la firma del ministro Angelino Alfano. Anche dall’opposizione si prende spunto dal servizio del Tg2 per chiedere da subito «politiche penitenziarie che decongestionino gli istituti», come ha sollecitato Sandro Favi, responsabile Carceri del Partito Democratico. L’inchiesta ha evidenziato «ciò che il Pd denuncia da mesi, e cioè condizioni di vita per i detenuti e per i lavoratori penitenziari del tutto indegne. Quelle viste all’Ucciardone sono situazioni che in realtà riguardano la stragrande maggioranza delle carceri italiane. È assolutamente necessario investire sulle misure alternative alla detenzione e sull’aumento di agenti di polizia penitenziaria, di educatori,di assistenti sociali e psicologi», ha aggiunto l’esponente del Pd che mette sotto accusa il ministro Alfano e il direttore delle carceri Ionta hanno saputo solo ipotizzare un piano carceri che avrà lunghissimi tempi di realizzazione e che non inciderà minimamente per un miglioramento della situazione nell’immediato. Così non va». D’accordo sul rinvio in sede legislativa anche Rita Bernardini, deputata radicale del Pd, anche se - sottolinea - il disegno di legge originario è stato stravolto. Se originariamente potevano essere trasferiti agli arresti domiciliari circa diecimila detenuti, con questo testo non saranno più di duemila, confermando così l’illegalità delle carceri italiane». La replica del governo viene dallo stesso ministro della Giustizia, Angelino Alfano: il piano carceri avanza speditamente e per l’assunzione di 2.000 agenti penitenziari sarà utilizzata la logica del «più presto possibile», ha assicurato presentando a Roma l’Agenzia nazionale di reinserimento e lavoro per i detenuti. In particolare il guardasigilli ha spiegato che l’intenzione è quella di garantire subito l’assunzione a mille agenti inseriti nelle graduatorie del vecchio concorso e di ridurre via via i tempi di formazione per assicurare un inserimento più veloce. Quanto al dibattito in Parlamento sul ddl "svuota carceri", iniziato l’altro ieri, il ministro ha garantito che «non si è trattato di un passo indietro ma anzi è stato un dibattito che ha portato accelerazione. Tutto procede simmetricamente». Il disegno di legge sarà comunque un provvedimento ponte fino all’approvazione del piano Alfano per la costruzione di nuovi penitenziari e in attesa di una riforma della disciplina complessiva delle norme sulle misure alternative alla detenzione (quest’ultimo punto è stato aggiunto su richiesta del Pd). L’accordo in commissione è stato raggiunto anche perché la Lega, che voleva un provvedimento più rigido, ha ritirato tutti gli emendamenti.