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Turismo religioso, gli hotel esentasse

• da La Repubblica ? cronaca di Roma del 7 luglio 2010

di Rory Cappelli

Un centinaio di "case per ferie", "case vacanze", "rifugi per pellegrini" per un totale di quasi 10 mila posti letto a Roma e nel Lazio. Sono gli alberghi della fede, strutture ecclesiastiche riconvertite - soprattutto dagli anni del Giubileo - in veri e propri hotel che hanno invaso la città. Un business di tutto rispetto: il turismo a Roma e provincia, lo spiega il presidente di Federalberghi Roma, Giuseppe Roscioli, «porta un indotto di 6 miliardi e 900 mila euro all’anno». E «il 10 per cento almeno lo realizzano le strutture legate alla Chiesa». Circa settecento milioni di euro. Un dato che si avvicina per difetto con quello sbandierato dal vicesindaco con delega al turismo, Mario Cutrufo, quando il 16 aprile 2009 dichiarò che a Roma, ogni anno, si stimavano ospiti delle strutture gestite dall’Opera Romana Pellegrinaggi - 6 milioni di turisti. Chiunque può oggi soggiornare nelle "Case per ferie" o in quei veri e propri hotel, spesso anche di lusso, ex conventi convertiti, ex collegi ristrutturati, che offrono scorci su una Roma da cartolina a prezzi decisamente più bassi dei loro equivalenti "laici". Grazie alle tante agevolazioni fiscali, dice Mario Staderini, segretario dei radicali italiani che, da quando era consigliere comunale del I Municipio, ha denunciato più volte il fenomeno. «Gli enti ecclesiastici», spiega Staderini, «sono equiparati agli enti di beneficenza e godono del decurtamento del 50 per cento dell’Ires. Per non parlare dell’Ici, che non pagano affatto». Tra queste strutture, c’è l’ex convento delle suore oblate di Santa Maria dei sette dolori di via Garibaldi 27, che oggi si chiama Donna Camilla Savelli Hotel ed è gestito da una società privata: il palazzo, progettato dal Borromini, offre 78 camere di cui 9 suite che costano da 200 a 650 euro a notte e pacchetti che comprendono il biglietto per i Musei Vaticani o la Domus Carmelitana Sant’Alberto Patriarca di Gerusalemme, con tanto di rifugio per la preghiera e vista sul Castel Sant’Angelo, intorno ai 100 euro a notte. C’è anche la Villa Aurelia, in via Leone XIII, sull’Aurelia antica, 160 posti letto, che ha una sala convegni e una cappella. Decine le "case" gestite dalle suore, decine quelle gestite da società che fanno però capo a enti ecclesiastici, decine di palazzi, appartamenti, stanze, di quell’immenso patrimonio immobiliare che a partire dal Giubileo, in occasione dell’anno santo, ha ricevuto finanziamenti a pioggia dallo Stato italiano. Quello del turismo religioso, in Italia, è un business con cifre da capogiro: tanto che è ormai una realtà consolidata la Borsa internazionale del Turismo religioso (Aurea), che quest’anno si terrà a novembre a Foggia.



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