Al direttore - A Sarkozy servirebbe urgentemente un'operazione di maquillage
Maurizio Crippa
Al direttore – Sofri scrive sul libero Foglio una lettera aperta a Marco Pannella, “fratello e compagnoâ€, per difendere Massimo D'Alema, che viene definito "fisicamente molto amico" (sic!). Tutto logico ciò che Sofri elenca per stabilire che Berlusconi e D'Alema non sono fratelli gemelli, né sono alleati “occulti†per prolungare la stagione della "peste italiana". Ma non mi sembra essere questo il punto centrale della requisitoria di Marco. Egli ritiene che Berlusconi e D'Alema siano figli della stagione eterna del compromesso-connubio che ha regolato la vita politica italiana sia nella Prima Repubblica; sia in questi ultimi 20 anni. E' certo che tra i due vi sia una diversa valutazione della necessità dello stare insieme. Per Berlusconi il fine della politica di compromesso è avere mano libera per “fare†(non solo affari!), per D'Alema il, fine della politica è l'egemonia nel potere per chi è stato scelto "dalla vita". Per Berlusconi la dialettica democratica è una variabile subordinata alle essenziali ragioni della competizione economica. Per D'Alema l'alternativa democratica è una manifestazione di opportunità per aprire la strada non più a una classe operaia egemone (che è in declino) ma a una élite egemone e illuminata che sappia distribuire con equità potere e favori. In mezzo c'è Marco che rivendica il diritto a sognare perché la peste non può essere eterna. Sofri come molti di noi dovrebbe difendere il giusto diritto di Marco. Caro Sofri, se, come tu auspichi, Marco e i radicali dovessero avere a cuore il destino del Pd e il Pd quello dei radicali, avremmo un piccolo connubio. Ma una piccola peste è sempre una peste. Rino Formica
Non vorrei contraddire un sapiente, ma del connubio è figlia non già la Repubblica, Prima o Seconda, bensì l'Italia intera o unita. Cavour era tutto un compromesso storico e un articolo 7 concordatario (Porta Pia non riguarda il fondatore della nazione). Figli della grandissima peste.
Al direttore - Secondo Roland Barthes un caso giudiziario, al di sotto di un certo reddito, è un semplice fatto di cronaca. Perché ci sia scandalo. è necessaria una quantità , minima di ricchezza ("Mythologies" 1957). Nel caso Liliane Bettencourt, ereditiera dell'Oréal, essa proviene da una fonte favolosa: i prodotti di bellezza. Tutta la loro pubblicità . osserva sempre Barthes, è fondata su una sorta di rappresentazione epica dell'intimo. Suoi imperativi categorici sono: pulire in profondità , eliminare in profondità , nutrire in profondità , insomma infilarsi nella pelle a qualunque costo. Lo sporco così non è più strappato dalla superficie, ma espulso dai nidi più segreti La Francia è oggi in gran fregola di pulizia. Si tratti di cosmesi del corpo o della Quinta Repubblica, le strategie di marketing sembrano però le stesse. Michele Magno
Al direttore - Bar sport ha omesso d'ingaggiare il teologo del calcio mondiale, quello che discetta sulla giustizia divina che non può permettere una finale Mondiale tutta europea. Fidel avrebbe fatto scopa con chi credeva il Pallone d'oro essere uno sferico bignè alla. crema. Moreno Lupi, Pisa
Al direttore - Ma non ci avevano assicurato che una squadra europea non aveva mai vinto e non poteva vincere il Mondiale fuori d'Europa? Non ci annunciano ogni giorno che l'occidente è finito, il governo bollito, Dio morto da più di un secolo e Obama il nuovo messia?Camilla Calipso, Roma
Vi amo. New Republic dice che Marameo è downright pathetic.