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Arriva l'emendamento: tasse in 10 anni

• da Il Riformista del 8 luglio 2010

di Sonia Oranges

E Prima i fischi, poi gli applausi. «Siete venuti all'inizio a fare le passerelle, poi non si è visto più nessuno. Vogliamo i fatti. Che cosa fate? Non fate niente. Svegliatevi»: è stato accolto così il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, dai terremotati dell'Aquila che ieri protestavano davanti a Palazzo Grazioli. Con rabbia e ostilità. Ma ha capito che «ci possa essere esasperazione di fronte al muro di silenzio di quanti hanno responsabilità di dare risposte», e ha trovato le parole: «Gli aquilani meritano rispetto. C'è una cortina mediatica anche davanti alle nostre proposte. Stiamo facendo una battaglia nel Paese sul lavoro, le risorse, le tasse». Già, le tasse: «Certo che servono anche interventi di solidarietà fiscale, tassa di scopo o come la volete chiamare. Noi siamo pronti a sostenerla perché sappiamo che c'è chi la può pagare», ha insistito, imboccando la strada che gli ha fatto guadagnare qualche applauso, insieme con la constatazione che «il governo non può far trovare la polizia di fronte a una manifestazione come questa». E, soprattutto, che un Governo «che non riceve chi protesta non è degno di questo nome». In effetti, a ricevere una delegazione degli aquilani, alla fine, è stato il presidente del Senato Renato Schifani. Certo, il sindaco del capoluogo abruzzese, Massimo Cialente, è stato costantemente in contatto con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, nel tentativo di rintracciare il ministro del Tesoro Giulio Tremonti, di cui ieri mattina si erano perse le tracce. Come in piazza non v'era traccia della compagine governativa. C'erano invece i radicali, con in testa Marco Pannella ed Emma Bonino, a sostenere l'«istituzione della zona franca, la sospensione per tutti di tasse e contributi e soprattutto una legge organica che permetta di superare il metodo emergenziale». Quello della Protezione civile, per intenderci. E poi il leader dell'Idv Antonio Di Pietro che non ha mancato il bagno di folla, ma in piazza Colonna: «Dobbiamo organizzare la resistenza perché la strada per la rivolta sociale è alle porte contro un Governo sordo e cieco. Non c'è un settore della società che sia soddisfatto, tranne gli evasori e i malfattori», mentre a Palazzo Madama il senatore Idv Stefano Pedica riusciva a issare per qualche minuto la bandiera dell'Aquila. L'esecutivo, insomma, ha brillato per la propria assenza. Solamente il sottosegretario Carlo Giovanardi, ha fatto sapere che Cialente e l'ex presidente della Provincia dell'Aquila Stefania Pezzopane, avrebbero fatto meglio meglio a starsene in Abruzzo «a lavorare per la ricostruzione: sicuramente non dovremmo registrare questi vergognosi ritardi per la realizzazione di strutture che per loro responsabilità sono al palo». Ma, a giudicare dagli scontri e dalla contestazione dura, gli aquilani sembrano più preoccupati dagli oneri fiscali che non sanno come pagare, che dai ritardi nella realizzazione dei centri per bambini, anziani e famiglie in difficoltà. L'incontro con Schifani, comunque, ha aperto la via a una soluzione sul versante fiscale, al cuore della questione che ha rubato il sonno ai terremotati in queste ore: la restituzione del 100% dei contributi e dei tributi arretrati, «assolutamente insolvibile», secondo Cialente. A provare una mediazione con il Governo, in mattinata, era stata la capogruppo pd a Palazzo Madama, Anna Finocchiaro, ottenendo una prima risposta interlocutoria, mentre a Palazzo Grazioli si riuniva un vertice di maggioranza convocato dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, per decidere su un emendamento alla finanziaria per la restituzione delle tasse in 10 anni e in percentuale ridotta, prima di un faccia a faccia tra il Cavalerie e Tremonti. In serata, la fumata (quasi) bianca: Letta, d'intesa con Tremonti, ha annunciato che il Governo presenterà un emendamento alla manovra per ripartire il recupero di tributi e contributi in 120 rate mensile a decorrere dal prossimo gennaio, ripartendolo dunque su 10 anni invece che su 5.



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