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La trasparenza rende liberi

• da Il Foglio del 9 luglio 2010

 

Fuoco alle banche! José Ortega y Gasset scrisse una volta che "quando manca il cibo, la prima cosa che fa la gente è bruciare le panetterie". Allo stesso modo, l'establishment europeo non trova di meglio da fare che tentare di incendiare le banche. Due le proposte sul tavolo: tetti ai bonus per i manager e tasse sugli istituti di credito. In pratica, lo stesso tipo di provvedimenti che avevano chiesto, fin dal primo momento, le frange più sciamannate dello spettro politico; e che chiedevano prima della recessione, e che chiederanno dopo, perché non c'è altro movente dietro queste proposte se non un malcelato spirito anticapitalistico. La questione dei bonus è complessa, ma sarebbe una curiosa amnesia dimenticare che questi strumenti sono nati proprio per allineare gli interessi degli amministratori a quelli degli azionisti. Può esserci qualche ragione per intervenire sulle banche che hanno goduto del sostegno pubblico, ma è un'arma perversa: proprio gli istituti più bisognosi di una ristrutturazione, infatti, diverrebbero poco attraenti per i manager più capaci, e quindi con più alte aspettative salariali. Ancora peggio sono le imposte ad hoc: sono distorsive, puniscono chi ha i bilanci sani, e non potranno non avere effetti negativi per i consumatori sotto ferma di commissioni e spese più onerose. Semmai, bisognerebbe ampliare la platea di banche sottoposte a stress test, dando la massima pubblicità ai risultati. Non è un caso se ieri il governatore della Bce, Jean-Clode Trichet, ha approvato la decisione li diffondere gli esiti delle analisi in sorso sia a livello aggregato, sia - soprattutto - per singole banche. Tutti quanti avremmo (o dovremmo avere; interesse a conoscere lo stato di sante della nostra banca. La trasparenza, non il populismo, ci renderà liberi.


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