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Pd contro i giudici: «Liberate il manager Telecom, sta male»

• da Libero del 9 luglio 2010

di Elisa Calessi

 

«Capisco i riflessi securitari di questi anni, ma siamo pur sempre il Paese di Cesare Beccaria. Il modo in cui una grande democrazia garantisce i diritti dei suoi detenuti misura il grado di civiltà di quel Paese». Gianni Cuperlo, deputato del Partito democratico, nello staff di Massimo D'Alema ai tempi di Palazzo Chigi, non ama stare sotto i riflettori. Questa volta, però, accetta. Lo fa per parlare di Stefano Mazzitelli, ex amministratore delegato di Telecom Italia Sparkle, in carcere da 137 giorni per l'inchiesta sulla maxi evasione dell'Iva che ha portato agli arresti decine di dirigenti di Sparkle e Fastweb. Naturalmente si trova a Rebibbia senza uno straccio di condanna. Lui come Massimo Comito e Antonio Catanzariti, manager di Telecom Italia Sparkle. «E come il 50% dei 68mila detenuti presenti nelle nostre carceri», chiosa Cuperlo. Tutti in attesa di giudizio. «E una condizione che non solo ci colloca ben lontano dalla media europea, ma che vìola lo stato di diritto». Gli avvocati dei tre dirigenti hanno fatto richiesta di scarcerazione, visto che in questi mesi non è emerso alcun nuovo elemento contro di loro. I magistrati, però, hanno detto che devono restare dietro le sbarre. Cuperlo è andato a far visita a Mazzitelli, sollecitato dai familiari dell'ex amministratore delegato di Telecom e dall'associazione "A Buon diritto" dell'ex sottosegretario alla Giustizia, Luigi Manconi. Racconta: «Si trova nel braccio C9, dopo essere stato per una settimana in isolamento completo». Questo, aggiunge, nonostante da novembre si sia dimesso da qualunque incarico nell'azienda e benché nelle telefonate intercettate, fulcro dell'inchiesta, nessuno faccia il suo nome. «Ma è il metodo che lascia di stucco. La custodia cautelare deve rispondere ad almeno uno dei tre requisiti: pericolo di fuga, inquinamento delle prove, reiterazione del reato. Nel caso di Mazzitelli non sussiste nessuno dei tre. E allora perché è in carcere da più di quattro mesi?». A questo si aggiungono le condizioni di salute. Pessime, secondo Cuperlo. Prima di essere arrestato, l'ex ad di Sparkle ha, subìto un'operazione per problemi alla cervicale. Per delle complicazioni ha iniziato un ciclo di kinesiterapia. Interrotto una volta entrato in carcere. Morale, ora ha una paralisi del piede destro e della caviglia. Cuperlo, insieme a Manconi, a Rita Bernardini dei Radicali, e alla moglie di Mazzitelli e Comito, ha denunciato questo caso in una conferenza stampa, organizzata dall'associazione dell'ex sottosegretario alla Giustizia. «Dopo la nostra iniziativa una sentenza della Cassazione ha convalidato l'arresto per una serie di personaggi coinvolti nell'inchiesta. Ma per loro tre ha dichiarato che gli arresti non andavano nemmeno fatti». Sono stati scarcerati? Hanno concesso gli arresti domiciliari? No. Continua Cuperlo: «Al di là di questa singola vicenda, è drammatica la situazione per quel che riguarda l'equilibrio tra condannati e detenuti in attesa di giudizio». Oltretutto, in un quadro già devastante: «La capienza di tutto il sistema carcerario è di 45mila detenuti e attualmente ce ne sono 68mila. Ben oltre il tollerabile». A tutto questo, continua Cuperlo, si aggiunge «l'oggettiva carenza di personale». E la politica, cosa fa? «In commissione Giustizia la questione della custodia cautelare è stata più volte sollevata. Da parte dei Radicali, soprattutto, c'è un'iniziativa politica molto importante su questo tema. Purtroppo, quello che viviamo non è un clima adatto per fare riforme». Intanto Mazzitelli, e altri cinquantamila come lui, aspettano.


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