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Marco Pannella su Facebook: SULLE DIMISSIONI DI MASSIMO BORDIN LA MIA RISPOSTA RIVOLTA AL COMITATO DI REDAZIONE
La lettera di Marco Pannella al CdR di Radio Radicale, conseguente alla lettera di Massimo Bordin allo stesso CdR; le due lettere - sotto riportate - sono state pubblicate sulla pagina Facebook di Marco Pannella.

Roma, 9 luglio 2010

Al Comitato di redazione di Radio Radicale

E pc a Paolo Chiarelli

Care e cari compagni del CDR, le dimissioni “da direttore di Radio Radicale” testé annunciatevi da Massimo Bordin, mi hanno visto – come non di rado nel passato – e mi vedono assolutamente contrario, come Massimo stesso conferma.

La motivazione oggi illustrata è manifestamente di per se destituita di qualsiasi serio fondamento. Scrivo: “manifestamente” perché sull’argomento ho sempre tenuto a manifestare, in primo luogo nei nostri dialoghi domenicali, la mia posizione di editore. Ho ripetuto a iosa, e seccamente, che la concezione di Radio Radicale era ed è tale da non permettere all’editore anche solo di auspicare (per non dire altro) dal direttore di RR una condivisione della mia personale linea politica nell’ambito di quelle esistenti nell’area, nella galassia, nel partito.

Ho quindi dovuto spesso ribadirlo pubblicamente e personalmente a Bordin, a tutti gli ascoltatori di RR, a tutti i compagni radicali che fossero interessati al tema.

Bordin, se fosse editore, potrebbe certamente avere un diverso, più tradizionale, modo di esserlo. Ma non lo è e non può dire comunque che il suo editore opera secondo una sua propria concezione, e sfiduciarlo, o protestarsi come sfiduciato se mi limito a proclamare il mio diverso, e liberale, modo di esserlo e quindi, manifestamente, confermare a Bordin una forma e una pienezza di autonomia nell’esercizio della sua responsabilità di direttore.

Ciò premesso ho quindi convenuto con l’amministratore del Centro di Produzione Paolo Chiarelli di, comunque, chiedere a Massimo Bordin, reiteratamente, subendo l’ipotesi delle sue “dimissioni da direttore” (e della sua dichiarata indisponibilità a continuare a collaborare almeno per la rassegna stampa), di costruire insieme le forme del proseguimento della vita di Radio Radicale, nel venir meno dopo decenni della sua direzione e rassegna. Quali scelte, quindi, di responsabilità giornalistiche, interne o esterne; quali nella organizzazione dei palinsesti e così via, in modo tale da poter investire il CDR, e altri importanti settori delle attività connesse a quelle della radio, del loro contributo ampio, e non solo qui-pienamente-sindacale, ma quello di un personale che ha vissuto e fatto vivere anche politicamente la vicenda editoriale radicale.

Come Bordin ha correttamente comunicato il tuttora direttore ha rifiutato alla radice qualsiasi dialogo, qualsiasi ricerca di dare un futuro, immediato e oltre, alla radio, in un momento in cui l’intero mondo Radicale continua ad essere – perfino come non mai – oggetto di quel “genocidio culturale e politico”, lucidamente denunciato da un avversario politico come Francesco Storace nella sua funzione di presidente della commissione di vigilanza.

Torno a invitare il direttore Bordin a resistere, per naturale e comprensibile stanchezza diffusa in tutti e ciascuno di noi, a non abbandonare il suo posto di lotta che ha comprensibilmente fatto di lui - come gli ho pubblicamente ricordato nei nostri dialoghi domenicali, anche molto di recente - il radicale più noto e apprezzato di me e della stessa Emma Bonino.

Da editore torno a rinnovarti la mia pienissima fiducia come direttore, e la mia speranza anche nel compagno radicale in un contesto in cui continuare ad esserlo non è da tutti!

Questo è quanto, cari compagni del CDR, a voi e attraverso voi ho da “confidare”

Vostro

__________

Visto che qualuno la chiede, mi fa davvero molto molto piacere metterla qui.
Marco


Da: Massimo Bordin
Data: 09 luglio 2010 16:41:54 GMT+02:00
Oggetto: lettera al CdR

Devo comunicare al CdR, come sono tenuto dalle buone maniere oltre che dai contratti e dai regolamenti, le mie dimissioni da direttore di radioradicale già presentate all'amministratore del Centro di Produzione Paolo Chiarelli. Si è concordato di renderle esecutive dal giorno 1 agosto 2010.
Mi ritengo costretto a questa scelta da alcune prese di posizione dell'editore della radio, che ho sempre considerato editore di riferimento politico da prima ancora che divenisse proprietario di fatto. Da almeno due anni Marco Pannella ha più volte pubblicamente dichiarato che non si sente rappresentato dal modo in cui viene espressa la linea editoriale della radio. E' evidente che il rapporto fra editore e direttore si fonda proprio su un accordo sulla trasposizione in chiave giornalistica di una idea editoriale che promana dall'editore. Dunque le affermazioni di Pannella non possono che essere intese come una mozione di sfiducia nei miei confronti. Posso ritenere ciò immeritato, perfino infondato, ma non posso pretendere di far cambiare idea a Pannella e francamente non so nemmeno se ne avrei comunque voglia. Il fatto che Pannella abbia sempre aggiunto che in ogni caso intende stare a vedere come evolverà la situazione senza prendere alcuna decisione ("almeno per sei mesi" ha aggiunto nella riunione plenaria della radio da lui recentemente convocata) a mio modo di vedere non migliora la mia situazione. Mi pare chiaro che un direttore sfiduciato non possa contare sulla pienezza di mandato necessaria non solo con gli interlocutori esterni ma anche e soprattutto con la redazione. Va bene che tutti dobbiamo essere pronti a metterci in discussione, va bene che gli esami non finiscono mai, ma c'è un limite a tutto e qui si sta esagerando. Dunque le mie dimissioni da direttore sono irrevocabili. All' editore che, in prima battuta, mi ha comunicato che intendeva respingerle ho dovuto rispondere che una simile decisione non era concretamente nella sua disponibilità. All'amministratore che si informava della mia disponibilità a mantenere comunque in altra forma un rapporto di lavoro con la radio ho risposto che non avendo assunto impegni con altri avrei ben volentieri valutato qualsiasi proposta che non riguardasse la direzione. Solo che non è arrivata alcuna proposta perché l'editore ritiene preliminare per me un lavoro di prefigurazione del futuro della radio. Ho dovuto rispondere che mi dimetto da direttore proprio perché non voglio avere ruoli di questo tipo, che evidentemente non so svolgere visto che da anni ho cercato senza successo di coinvolgere l'editore proprio sul tema del futuro della radio. Ho ottenuto solo rinvii ed è stato un palese insuccesso della mia direzione, uno dei pochi per la verità. Ricominciare un lavoro del genere è senza dubbio superiore alle mie forze, almeno attuali. Men che meno ho titolo e interesse a occuparmi dell'organigramma futuro e non ho nessuna voglia di trattare la mia posizione agitando lettere di dimissioni . Se la proprietà ha , come ha detto l'amministratore, interesse ad avanzare una proposta, la avanzi. Io a questo punto ho una sola richiesta da fare: la liquidazione delle mie spettanze. E credo che sarà semplice mettersi d'accordo, anche se purtroppo l'entità sarà incommensurabilmente inferiore a quella che qualche imbecille ha già messo in circolazione su facebook.

Con i migliori auguri di buon lavoro e i dovuti ringraziamenti,
massimo bordin


le due lettere su Facebook


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