«Non c'è una causa scatenante». Piuttosto, «un problema di accumulo». La voce è sempre quella, inconfondibile, arrochita, alle 7,30 del mattino come alle 5 del pomeriggio. Massimo Bordin parla per oltre due ore col suo editore Marco Pannella. E stavolta l'argomento è l'addio del giornalista, dopo 19 anni, alla direzione di Radio Radicale. Un'ultima, attesissima, conversazione domenicale col leader radicale, un evento per gli appassionati, tutto in diretta radiofonica: perché è la trasparenza la caratteristica principale del partito e della radio, la pubblicità di riunioni e congressi a uso e consumo di militanti e addetti ai lavori. Stavolta tocca mettere in piazza i motivi di un divorzio che ha provocato centinaia di messaggi di solidarietà (tra Facebook e forum vari) per il giornalista. Tanto che Pannella gli dice più volte: «Sei più popolare di me e di Emma». E poi lo accusa: «Ti sei preso una responsabilità politica molto grave». «Mi dai del disertore. Gridi al momento gravissimo, ma lo fai sempre», risponde Bordin. Un anno fa, a Pasqua del 2009, un altro confronto aspro, sempre ai microfoni della radio. Una sorta di preludio a un divorzio che nelle due ore viene analizzato eppure mai sviscerato completamente. Tanto che Bordin afferma: «Proverò a spiegarmi in qualche sede, non voglio fare uso improprio del mezzo. Per chi m'hai preso, per Santoro? Voglio il mio microfono? Lasciamo perdere». Si intuisce che Bordin vorrebbe continuare a lavorare a Radio Radicale. Ma non come direttore. Piuttosto punterebbe a conservare lo spazio mattutino di Stampa e regime, la seguitissima rassegna stampa. Anche se Pannellalo provoca: «Ora si apre il mercato». Poi via all'evocazione di altri ex radicali che hanno abbandonato il partito di Pannella: «Non ho voglia di essere mangiato, non sono commestibile. E non ho ambizioni politiche», specifica Bordin. A Pannella critica «la mancanza di una linea nella quale ritrovarsi». Il leader radicale si ammorbidisce: «Mi dispiace che la cosa si sia conclusa così». Spenta la radio, gli ascoltatori aspettano di capire se davvero Bordin lascerà Radio radicale.