Mi permetta di intervenire all'indomani del Napoli pride sul tema del registro delle unioni civili (o anagrafe degli affetti), anche, e soprattutto, in qualità di consigliere, eletto dal popolo, dichiaratamente omosessuale. Ho convinzione, oramai, che questo importantissimo segno di civiltà , che ha in sé l'avanzamento di fatto di nuovi diritti civili, a Napoli con la sindaca Iervolino, non verrà mai attuato. Il presidente del Consiglio Comunale Impegno ha più volte partecipato a riunioni e incontri con tutte le associazioni che da anni dedicano molta attenzione al tema in questione -Arcigay, Arcilesbica, Atn, Radicali, forze della sinistra - ma ad oggi nulla è stato fatto: resta solo in piedi una proposta di Raffaele Carotenuto che giace da anni, polverosamente sommerso da altre carte, nei cassetti del Consiglio Comunale. So per certo, e lo scrivo senza reticenze, che il sindaco avrebbe detto, ad alcuni Consiglieri di maggioranza che se passasse il Ruc (che acronimo!) lei si sarebbe immediatamente dimessa e credo che questo sia uno dei motivi peri quali tutto si è arenato. Ho molto rispetto per la Iervolino, una donna che ha storia ed è sicuramente una sincera democratica, ma il suo portato culturale cattolico (per certi versi in contrasto contante associazioni di cattolici omosessuali militanti che richiedono da anni le medesime azioni che vanno nel «riconoscimento delle unioni») le impedisce, di fatto, un avanzamento concreto in tale direzione. La notizia che a Torino il sindaco pd Chiamparino, dopo articolata e approfondita discussione, è riuscito a fare approvare l'anagrafe degli affetti, che darà accesso ad asili nido e case popolari a coppie etero e gay, mi riempie il cuore di gioia, ma mi fa pensare che qui, nel profondo e disgraziato sud, non abbiamo nemmeno la fortuna di piccoli e «simbolici» avanzamenti di civiltà . L'omofobia e l'intolleranza si combattono con azioni concrete e visibili, non solo con manifestazioni di supporto o progetti culturali mirati, per questo io, orgogliosamente, non ho aderito al Napolipride. Forse con Chiamparino qui a Napoli avrei «percorso» felicemente sotto il suo braccio un tratto del tragitto.