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Torino ha scelto la strada dei fotovoltaico e vince nella corsa al teleriscaldamento

• da Affari & Finanza (La Repubblica) del 12 luglio 2010

di Gino Li Veli

Un impulso l'aveva dato l'ex presidente regionale Mercedes Bresso, lanciando nel 2008 l'ambizioso progetto "Uniamo le energie": un'operazione con un investimento, in più anni, di 300 milioni, per lo sviluppo della green economy, come migliore risposta alla crisi. Gli enti locali piemontesi continuano a credere in quella scelta. «La green economy?Una grande opportunità per creare sviluppo e occupazione nel territorio, grazie alla creazione di piccole e medie imprese - dice il neo assessore regionale all'energia e all'innovazione Massimo Giordano, leghista, fedelissimo del governatore Roberto Cota Anche noi ci puntiamo. Lo dimostrano le due iniziative che fanno parte del recente Piano lavoro per un impegno di quasi 40 milioni complessivi per creare nuove imprese. Ma sono azioni sul fronte dell'emergenza. Entro l'anno proporremo il nuovo Piano per l'energia, su cui contiamo di utilizzare parte dei getto Uniamo le energie? «E un piano di comunicazione - replica l'assessore - Vedremo quali parti vanno aggiornati o quali rivisti». Una scelta precisa comunque è stata fatta: «Siamo pronti a riprenderci il nucleare», ha annunciato la scorsa settimana l'assessore regionale all'Ambiente Roberto Ravello. Ma l'operazione lanciata dalla precedente giunta piemontese, ha permesso al Comune di Torino («uno dei più all'avanguardia in campo ambientale» sottolinea con una punta di comprensibile orgoglio l'assessore all'Ecologia Roberto Tricarico) significative esperienze. Grazie ai contributi regionali e alle linee di credito concesse da un pool di banche sono stati realizzati due progetti per la sistemazione di impianti fotovoltaici. Il primo anno ha coinvolto 100 imprese e prodotto energia per 5 megawatt, con la sistemazione di 10 mila tetti fotovoltaici. L'anno scorso il finanziamento è raddoppiato (da 25 a 50 a milioni) come l'energia prodotta (10 megawatt). «Sempre grazie alla Regione che ha stanziato 11 milioni- ricorda Giuseppe Portolese, "energy manager" comunale - cui vanno aggiunti i 3 messi dall'amministrazione civica, abbiamo dato vita alla riqualificazione energetica di gran parte degli 800 edifici comunali, di cui 300 sono scuole». L'energy manager ci tiene a sottolineare anche l'esperienza del teleriscaldamento («siamo la città più teleriscaldata d'Italia: tra breve toccheremo il traguardo degli oltre mezzo milione di abitanti che utilizzano questo sistema») e uno studio, pronto al decollo, che entro la fine dell'anno, dovrebbe portare ad un progetto sul sistema idroelettrico: l'energia fornita da molti corsi d'acqua che attraversano la città. D'accordo su questi indirizzi è anche la Provincia che pure ha voluto fissare, con un recente provvedimento, alcuni punti irrinunciabili. «Siamo favorevoli alle energie pulite, ma non ovunque -spiega il presidente Antonio Saitta- Poniamo la massima attenzione e tutela al territorio agricolo e di pregio, diamo, l'indicazione di privilegiare le zone industriali e le aree già costruite. In mancanza di linee guida nazionali e anche di regolamenti regionali non. possiamo lasciare alla libera interpretazione zona per zona». In Provincia, ricordano i dati delle domande finora presentate: per impianti fotovoltaici, almeno 100 Comuni hanno ricevuto richieste per installare parchi fotovoltaici inferiori al megawatt (equivalenti quindi a2 ettari di terreno). Sull'energia idroelettrica e le biomasse, sono alcune decine le richieste per la creazione di impianti microidroelettrici e per impianti a biomasse per la creazione di energia elettrica. Sottolineature che confermano un trend positivo (il Piemonte è la
quarta regione italiana per capacità fotovoltaica) che coinvolge anche la vicina Valle d'Aosta. La giunta guidata da Augusto Rollandin ha recentemente approvato l'erogazione di finanziamenti «per progetti finalizzati a realizzare investimenti nelle aziende agricole per la produzione di energia elettrica da impianto fotovoltaico, destinata ad essere immessa nel mercato libero». L'impulso viene anche dall'attività del Politecnico di Torino. «Noi ci muoviamo spiega il rettore Francesco Profumo - su due fronti. Quella della formazione, con i corsi di laurea in ingegneria energetica, ingegneria dell'ambiente e quello di architettura e quello più specificatamente della ricerca sull'utilizzo delle fonti rinnovabili che vede attualmente coinvolto 200 persone grazie a finanziamenti annui di circa 30 milioni».



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