Cinque referendum per «cambiare la visione della città ». E per «inchiodare» la politica su un percorso di «scelte coraggiose, che facciano di Milano un modello internazionale di sviluppo ecologico e sostenibile». Dall'aumento del verde, alla riduzione dell'inquinamento. Nell'idea dei cinque referendum proposti da «Milano sì muove» (comitato composto dall'ex assessore alla Mobilità , Edoardo Croci, dal consigliere dei Verdi, Enrico Fedrighini, e dal radicale Marco Cappato) c'è la speranza di riportare la «società civile» al centro del dibattito e del governo cittadino. Da ieri è partita la raccolta delle firme. Ne servono 15 mila. A quel punto, se l'obiettivo verrà raggiunto, il Comune sarà obbligato a chiamare i milanesi alle urne. I quesiti sono cinque. Il primo, e più articolato, chiede di «dimezzare traffico e smog attraverso il potenziamento dei mezzi pubblici, l'estensione di Ecopass e la pedonalizzazione di vaste zone del centro», compresa via Montenapoleone. Gli altri quattro referendum, a seguire: raddoppiare il numero di alberi, creando un vincolo per cui la metà delle grandi riqualificazioni urbanistiche sia destinata a verde pubblico. Stabilire regole più rigide contro l'inquinamento degli impianti di riscaldamento non ecologici. Risistemare la Darsena come porto di Milano e cercare di «scoprire» anche i Navigli ormai interrati. Infine, obbligo di conservare, anche dopo il 2015, il parco agroalimentare che verrà realizzato per l'Expo. «Chiediamo ai milanesi di esprimersi su una visione di città », sintetizza Croci. «Esiste una maggioranza di cittadini che chiede più coraggio, per una Milano più rispettosa della salute e dell'ambiente, e che non è rappresentata nelle stanze della politica», aggiunge Fedrighini. «Oltre che fare da stimolo, vogliamo realizzare degli obiettivi», conclude Cappato. Il tempo per la raccolta delle firme scadrà il 6 novembre. Da domani i moduli saranno distribuiti anche nei consigli di zona. Gli organizzatori stanno allestendo banchetti in diverse zone della città . Una volta raccolte (se saranno 15 mila), le firme saranno esaminate da una commissione e, una volta certificata la regolarità , il Comune sarà vincolato a fissare una data per i referendum. Perché la consultazione sia valida, dovranno votare almeno il 30 per cento degli elettori milanesi. Il risultato, in caso di prevalenza dei sì, avrà valore consultivo, «ma sarebbe difficile ignorare un parere dei cittadini espresso in forma tanto massiccia», avvertono i promotori. «Sarà il referendum - aggiunge Andrea Poggio, vice direttore nazionale di Legambiente - a rilanciare un'azione che il Comune ha lasciato a metà ». Legambiente è solo una tra le decine di associazioni e personalità che sostengono la campagna. L'elenco completo si può consultare sul sito www.milanosimuove.it e comprende Italia Nostra, Fai, Wwf, Genitori antismog, Associazione ingegneri ambientali. Schieramento trasversale che raccoglie anche i consiglieri comunali Carlo Montalbetti e Giancarlo Pagliarini, molti dei comici di Zelig, il direttore artistico del teatro Elfo, Elio De Capitani, e un gruppo di scienziati e accademici della Bocconi, del Politecnico, dello Iulm, dell'Istituto dei Tumori e del San Raffaele.
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