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Pannella esaspera il radicale più libero

• da Libero Quotidiano del 13 luglio 2010

di Maria G. Maglie

Massimo Bordin è un uomo intelligente e colto, del genere, come si dice a Roma, scoglionato, perennemente stanco e un po' depresso. Dev'essere stato questo ad aiutarlo nel sopportare vent'anni e più di angherie di quel mostro assetato di sangue che risponde al nome di Marco Pannella, uno che intorno vuole solo yes man e anche women, e se le persone che incontra hanno invece un minimo di personalità, allora sì che gli piacciono, perché c'è più gusto a schiacciarle. Per carità, non è l'unico, è un vizio tutto italiano mangiarsi il merito e chi merita a colazione. Di tali esemplari al comando sono ricchi i giornali, i partiti, le aziende, ci rimette il nostro povero Paese dove tutti apprendono a chinare schiena e quel che c'è sotto per avanzare un po' di posto. Al moloch di solito non gli basta mai, e il ricambio di sangue vecchio con sangue fresco è continuo. Pannella però è uno dei pochi che del suo cannibalismo, del gioco delle tre carte e delle innumerevoli associazioni e fondazioni foglia di fico, insomma della miserevole cosa che è diventata il partito radicale, è riuscito a fare un capolavoro. Siamo tutti imbrogliati, siamo tutti ricattati, il senso di colpa, anche ora che è veramente vecchio e veramente sconclusionato, lui ce lo rigira come un cacciavite nella pancia, finché dura. Devo dire che con Bordin è durata veramente tanto, forse troppo perché il nostro collega e amico possa come si usa dire riciclarsi. Forse vuole solo seppur tardivamente sottrarsi, e lo capisco. Radio Radicale del capolavoro pannelliano è la cucchiaiata di panna, un'emittente ascoltata in alcune ore, che gode di fama d'opinione abbastanza inspiegabile, visto che per buonissima parte del suo palinsesto è mera propaganda alla Pol Pol, eppure ai fondi pubblici dell'editoria aggiunge quelli del Parlamento, visto che ne segue inutili sedute col registratore lasciato a morire. Diciamo senza tema di smentita che è una bel salvadanaio, e in tempi di crisi è ancora più preziosa. Diciamo anche che decriptare il Pannella pensiero è diventato quasi impossibile anche per chi lo conosce a menadito, e allora serve il famoso sangue fresco, o il sempre pronto Cappato. Certo è che leggere certe vestali della stampa stracciarsi le vesti per la man canza futura, nemmeno sicura, del catarro di Bordin fa un po' ridere. E che la rissa in diretta dei due fa un po' incazzare se avviene su emittente due volte finanziata. Così infatti è andata. In diretta domenica sulla radio, Bordin, che ha annunciato di volersi dimettere, si è preso anche un «vaffanculo» e uno «stronzo» da Pannella, che rinfacciava a Bordin di abbandonare la barca nel momento di maggior bisogno. Bordin, dal canto suo, ha accusato Pannella di continue pressioni ed estenuanti richiami ad adeguarsi alla sua linea: «Non cela faccio più, non mi va più». I due hanno deciso di esporre agli spettatori le ragioni della rottura interna e anche le ipotesi sul futuro di Bordin, che Pannella, pur continuando a massacrarlo pubblicamente, secondo molti vorrebbe continuare a tenersi come direttore. E allora, nel corso della trasmissione i due trattano. Pannella gli offre di rimanere, di continuare a gestire le sue rubriche. A patto di contribuire ad una transizione indolore. Ma Bordin non ci sta. «Non posso accettare che si dica che io rappresenti una linea politica». Pannella: «Ma non è un peccato». «Io ho sempre cercato di discutere appassionatamente tra noi, però io devo capire perché. Tu hai detto “quando basta basta”, ma questo non è un ragionamento». Bordin, per «parlare chiaro»: «Io al momento non ho in tasca nulla». «Perché sei uno stronzo scusa?», chiede retoricamente Pannella, «dicendo questo ci tratti da stronzi tutti quanti?». «Perché in un momento così grave per questo Paese e noi? Lo sto dicendo o no da un anno? O forse prendo per il culo tutti quando dico che in questo Paese possiamo aspettarci tutto? E quando la settimana scorsa ti dico: guarda Massimo, davvero qui la situazione è grave, e non ho mai fatto la Cassandra; credo solo di avere la capacità di avere un po' naso dell e situazione, l'ho dimostrata. Lo penso e l'ho detto, l'ho detto in questa sede». Bordin: «Io non sto dicendo che intendo negare il mio apporto a Radio Radicale. Il problema è che io non ho mai detto che voglio disertare Radio Radicale». Pannella: «Mi fa piacere sentirlo». Vi risparmio il seguito, certo è che si è appassionata un sacco di gente, sui giornali.



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