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Radicali, accordi e disaccordi

• da Europa del 13 luglio 2010

di Mario Lavia

Anche nel dissentire c'è un modo tutto radicale. L'arte del non-detto, o del dire e non dire, nell'affermare e nello smentire, nell'alludere senza esplicitare, col risultato pressoché infallibile del creare piccole e grandi suspense, tutto questo assomiglia, per chi radicale non è, a qualcosa di indicibile. Ma dire è necessario, per quanto difficile. Già, è arduo decrittare lo scontro in atto fra Marco Pannella e Massimo Bordin. Già ieri molti quotidiani hanno ospitato articoli interessanti (vanno citate almeno Meli sul Corriere della Sera, Preziosi sul manifesto, Cesaretti sul Giornale) che aiutano a fare un po' di luce su una vicenda che scommettiamo? - "starà su' per giorni e giorni. Eppure resta nell'aria qualche cosa di indefinito. Allora, il direttore di Radio Radicale Bordin lascerà il suo incarico a fine luglio. Con dispiacere di tanti ascoltatori della sua se ne discuta rassegna stampa, soprattutto di giornalisti e uomini politici che di prima mattina entravano subito in medias res con dovizia di argomenti e anche indubbia brillantezza. Ma perché lascia, Bordin? C'è un dissenso politico con Pannella? C'è una diversa idea della funzione della radio? C'è un fastidio del direttore per come il gran capo fa sentire la sua esuberante personalità? C'è un opposto fastidio di Pannella per il crescente consenso attorno alla figura del direttore? Domande che vengono spontanee, e che forse rimandano ciascuna ad un pezzo di verità. Ma insomma sarebbe importante capire se dietro questa vicenda, al di là di uno specifico che in fondo non riguarda altri se non i diretti protagonisti, si celi qualcosa che fa riferimento al dibattito politico, giacché nella politica seria non sono mai solo le questioni personali a farla da padrone: e non essendo peraltro Bordin un Capezzone qualsiasi, viene fatto di pensare che di problemi politici si tratti. E allora forse qui di tocca una questione che interessa tutta quella parte dello schieramento politico che ha in mente un'alternativa al berlusconismo, la questione dello schieramento e dei contenuti alternativi al Pdl, e dunque il tema della collocazione dei radicali in un quadro politico che tutto è tranne che assestato e in cui ci sarebbe bisogno di un sussulto intellettuale e politico da parte di tutte le forze che vorrebbero invertire il corso politico, radicali compresi. Il resto interessa meno.



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