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E adesso chi ce li racconta i giornali?

• da Secolo d'Italia del 13 luglio 2010

di Fededica Perri

Ma chi ce li legge, adesso, i giornali la mattina presto? Massimo Bordin (forse) non più: si è dimesso da Radio Radicale, ha pubblicamente chiesto a Marco Pannella di rimanere titolare della rassegna stampa, ma non risultano risposte chiare sul punto. E rischia di sparire pure l'altra rassegna stampa 'di riferimento "per chi è interessato alla politica, quella di Corradino Mineo (RaiNews24), che secondo l'associazione Articolo 21 sta per essere sostituito nel suo ruolo da «un esterno gradito alla Lega». La rassegna di Mineo, benfatta e molto equilibrata, peraltro era stata già spedita sul digitale da qualche settimana, diventando invisibile per quelli che non se la cavano troppo bene col doppio telecomando. Ovviamente, ci dispiace. Ricordiamo dai nostri vecchi cineforum l'invettiva di Peter Finch contro l'inganno del villaggio globale: «La televisione non è la verità! La televisione è un maledetto parco di divertimenti, la televisione è un circo, un carnevale, una troupe viaggiante di acrobati, cantastorie, ballerini, cantanti, giocolieri, fenomeni da baraccone, domatori di leoni, giocatori di calcio! Ammazzare la noia è il nostro solo mestiere!». Ecco, nel fracasso della «troupe viaggiante» del piccolo schermo odi certa politica che le dirette di Radio Radicale raccontano ogni giorno in presa diretta, la 'finestra "dedicata ai vecchi, bistrattati 'media di carta "gestita da Bordin e Mineo era (è, speriamo) uno spazio di riflessione con un po' di "sguardo laterale". non solo il circo delle emergenze quotidiane, ma anche l'approfondimento, il background storico dei personaggi, il contesto culturale e politico, il prima e il dopo. Mica ce li leggono (leggevano) solo, i giornali: ce li spiegano (spiegavano) e ce li correggono (correggevano) pure. Non è che se arriva uno nuovo riesce a fare la stessa cosa. Così, senza voler interferire in nulla, ci permettiamo di dire: cari radicali, cara Rai, non potreste cortesemente ripensarci?



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